lun, 26 maggio 2025

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Italia: tra Trentino e Garda Ricompaiono Lupi, Orsi e Linci

Chi ha paura dell'orso? La domanda viene posta da un pieghevole realizzato e distribuito dalla Comunità montana Parco Alto Garda bresciano, che nell'ambito del protocollo d'intesa riguardante il progetto di reintroduzione dell'orso bruno nelle Alpi centrali è stata incaricata di svolgere, oltre che il monitoraggio degli esemplari introdotti, "attività didattiche-informative nei confronti delle popolazioni abitanti i territori interessati dalla possibile comparsa dell'orso".
Nell'ambito del progetto Life Ursus finanziato dall'Unione Europea sono stati rilasciati tra il 1999 e il 2002 dieci esemplari di orso (7 femmine e 3 maschi, uno dei quali deceduto sotto una valanga) nel Parco Adamello Brenta, i cui confini meridionali si trovano una quarantina di chilometri a nord del Parco altogardesano. Una distanza facilmente percorribile dall'orso, animale dalla grande mobilità, che dunque potrà diventare una presenza usuale nelle zone montane dell'Alto Garda bresciano, in particolare le vallate interne, che gli esperti considerano ad "alta idoneità" per la specie. Per ora il fenomeno è discontinuo e poco percettibile ai non addetti a lavori, ma qualche visita del plantigrado si è già verificata (nel settembre del 2000 l'orsa Daniza è stata vista in Valvestino). "C'è da aspettarsi - dicono in Comunità montana - un futuro insediamento o una frequentazione regolare di questo territorio da parte dell'orso, così come di un altro grande carnivoro, la lince. Bisogna quindi imparare a conoscerli ed a conoscere le basi per convivere con la loro presenza. L'orso e la lince (e in futuro anche il lupo, che sta lentamente iniziando a colonizzare le Alpi italiane) sono specie di altissimo valore biologico e simbolico che però, per loro natura, possono interferire con alcune attività umane ed arrecare danni al patrimonio agricolo e zootecnico. È possibile anche che la loro presenza provochi timori legati alla sicurezza e alla tranquillità dei frequentatori dell'ambiente montano.
Tutto ciò può determinare l'insorgenza di situazioni conflittuali difficili da ricondurre nei binari della lucidità e della ragionevolezza". Va detto che gli orsi rilasciati sono dotati di radiocollare e controllati costantemente da uno staff tecnico. In questo periodo i plantigradi sono inoltre assicurati nei confronti dei danni eventualmente arrecati (se ne sono registrati in Trentino, dove un orso pare abbia ucciso alcune pecore). Dopo l'esaurimento dell'autonomia dei radiocollari (le batterie durano circa 3 anni), gli orsi saranno seguiti con monitoraggio attraverso i segni della presenza sul territorio. I residenti della Comunità montana che trovassero segni di presenza dell'orso o che lamentassero danni attribuibili alla sua azione di predatore possono rivolgersi all'ente (tel. 036571449 o 036572108) chiedendo di Massimo Bosio, o direttamente ai due operatori addestrati al riconoscimento degli indici di presenza della specie, Pier Alberto Cucchi (0365643726) e Stefano Mayr (0461847150). Nel caso di ferimento, uccisione o rinvenimento casuale di animali domestici o selvatici apparentemente predati, oltre agli agenti di vigilanza della Provincia di Brescia, va in ogni caso avvertito anche il veterinario dell'Asl competente. Va comunque detto, a scanso di equivoci, che l'orso bruno europeo (Ursus arctos) non è pericoloso per l'uomo: per natura è un animale schivo, dal temperamento solitario, che rifugge la presenza umana. Simone Bottura

Scheda dettagli:

Data: 8 novembre 2002
Fonte/Casa Editrice: G.E.V.A.M. O.N.L.U.S.
Categoria:
Sottocategoria:
Parchi e aree protette

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