lun, 05 maggio 2025

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Iraq: "Via Crucis" Proibite al di Fuori delle Chiese

Per ricordare la 'Domenica delle Palme', giorno in cui Gesù entrò a Gerusalemme, la maggior parte delle diocesi irachene in passato allestiva processioni che negli anni erano divenute consuetudine anche per buona parte della popolazione irachena non cristiana; quest'anno, a causa delle condizioni di sicurezza, quelle processioni in qualche modo interreligiose sono state annullate in tutte le diocesi dell'Iraq. "E la 'Via Crucis' del Venerdì Santo non potrà che essere solo all'interno delle chiese; per le strade continuerà il calvario che qui si vive da mesi" dice alla MISNA monsignor Jean Benjamin Sleiman, arcivescovo della Chiesa Latina di Baghdad, raccontando il clima che accompagna le festività pasquali nella capitale irachena, in questi ultimi giorni, proprio a partire da domenica, teatro, come gran parte del Paese, della recrudescenza di una conflittualità in realtà mai sopita. Quale Pasqua per l’Iraq, per la sua gente e per i soldati che si trovano nel Paese mediorientale? "La risposta a questa domanda – continua il presule - è molto difficile. La Resurrezione sembra lontana. La realtà è estremamente dura, ma nonostante tutto non possiamo non riaffermare la nostra speranza per questo Paese e per il suo futuro". Carmelitano scalzo, nato in Libano, monsignor Sleiman è alla guida della diocesi latina di Baghdad dal 2001, dopo essere stato a Parigi e a Roma. Il suo tono, nonostante la tragedia che lo circonda, è cordiale e apparentemente sereno mentre sottolinea che, malgrado i passi in avanti compiuti negli ultimi mesi, il ‘dopoguerra’ (se ancora ha un senso chiamarlo così soprattutto alla luce delle ultime notizie di cronaca) è stato e continua ad essere "penoso ed estremamente incerto", provocando numerose "lacerazioni, soprattutto nel tessuto sociale del Paese" . "Da domenica scorsa – continua monsignor Sleiman – abbiamo iniziato i riti della Settimana Santa; come l’anno scorso, siamo costretti a celebrare in tono minore viste le condizioni generali di sicurezza; ci sono zone del Paese, come nel nord, in cui i cristiani vivono una condizione relativamente privilegiata; a Baghdad eravamo abituati a mantenere una certa discrezione. Un momento davvero speciale era la vigilia della notte prima di Pasqua; che quest'anno i fedeli la trascorreranno nelle loro abitazioni". Sono una trentina le chiese cattoliche di Baghdad e alcune portano ancora le ferite della guerra e del dopoguerra: "'A una chiesa dei carmelitani, danneggiata una prima volta in seguito ai bombardamenti dei primi giorni di guerra - spiega monsignor Sleiman - era stato ricostruito il soffitto e riparato l'altare, inaugurato poco prima di Natale; bombe esplose nei dintorni un paio di mesi fa hanno provocato nuovi danni...". La Chiesa di monsignor Sleiman può ospitare 1200 persone ed "è sempre stata stracolma; spesso in passato venivano montati schermi per permettere di seguire le celebrazioni ai fedeli che non riuscivano a entrare ".

Scheda dettagli:

Data: 8 aprile 2004
Fonte/Casa Editrice: Misna
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Sottocategoria:
Altre aggregazioni cristiane

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