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Indios Roraima: Quanti Morti per Ottenere Giustizia?
“Fino a quando sarà necessario ricorrere alla morte di persone innocenti per richiamare l’attenzione delle autorità e avere diritto alla protezione delle terre indigene?”. È quanto chiede, in una nota inviata al presidente Luiz Inácio Lula da Silva, il Consiglio indigeno di Roraima (Cir), dopo l’assassinio di un operatore della Funai (Fondazione nazionale dell’indio), Valdez Marinho Lima, ucciso dai ‘garimpeiros’ (cercatori di diamanti) nella regione di Paapiu. “Valdez Marinho è stato vittima della brutalità dei ‘garimpeiros’ che hanno invaso la terra indigena Yanomami e dello sfruttamento illegale delle risorse dei territori indigeni” aggiunge il Cir, ricordando le circostanze del brutale omicidio. L’operatore della Funai era impegnato in una missione investigativa sul saccheggio di minerali ad opera di banditi senza scrupoli. “In qualità di funzionario pubblico, stava compiendo il suo dovere costituzionale, verificando una denuncia presentata nel corso della 33esima Assemblea generale dei popoli indigeni di Roraima”, spiega il Cir. Nel comunicato, i rappresentanti delle comunità autoctone ricordano l’ondata di violenza causata nel gennaio scorso da una vasta mobilitazione anti-indigena a Roraima, “dove un gruppo di ‘fazendeiros’ (latifondisti) e imprenditori, appoggiati dalla classe politica locale, è insorto contro lo stato di diritto, ha incitato alla disobbedienza civile, sequestrato alleati dei popoli indigeni, seminato razzismo, discriminazione e intolleranza e ha anche invaso uffici pubblici. Questi crimini continuano ad essere impuniti e l’impunità favorisce altri crimini contro la vita di coloro che lottano per la libertà e la giustizia e per applicare i diritti dei popoli indigeni”. Il Cir conclude elencando i nomi degli indigeni assassinati per il loro impegno a difesa della terra indigena Yanomami e del territorio di Raposa/Terra do Sol che ancora attende da Lula la firma del decreto di ’omologazione: Ovelario Tames, Damião Mendes, Mario Davis, Donaldo Macuxi, Vitor Macuxi, Aldo da Silva Mota, ora Valdes Marino e altri. “Sono vite irrecuperabili che lasciano in eredità le loro grida a favore dei diritti dei popoli indigeni. Che le autorità non tacciano e non chiudano gli occhi di fronte a questa grave situazione”.