Il governo centrale indiano dovrebbe dare più spazio alla comunità cristiana e i fedeli di questa religione dovrebbero imparare a rivendicare con maggiore forza i propri bisogni se vogliono essere parte integrante della società: è l’auspicio emerso da una consultazione nazionale dal titolo ‘Preoccupazioni e questioni della comunità cristiana’, organizzata con la Conferenza episcopale indiana e svoltasi dal 24 al 25 luglio presso l’Istituto sociale indiano (Isi) a New Delhi. I 40 partecipanti provenienti da ogni parte del Paese hanno concordato sulla necessità di richiamare l’attenzione della società sui problemi dei giovani, delle donne e dei dalit (fuoricasta) delle comunità cristiane. Intervenendo in apertura dei lavori, monsignor Vincent Concessao, arcivescovo di New Delhi ha invitato a respingere le politiche che alimentano le tensioni inter-religiose e la politicizzazione della religione, oltre a sollecitare l’impegno per la democrazia, la giustizia e l’eguaglianza. Il direttore dell’Isi, Prakash Louis, ha ricordato che i contributi dei cristiani nel campo dell’educazione e della sanità sono riconosciuti dalla maggioranza degli indiani, ma ha sottolineato che la comunità non è riuscita a lasciare la propria impronta in altri settori. Sangliana, parlamentare cristiano del Bjp (Bharatiya Janata Party), ha sostenuto l’importanza per i cristiani di essere più determinati nel raggiungimento degli obbiettivi, mentre il ministro statale delle Statistiche e dell’Applicazione del programma, Oscar Fernandes, ha assicurato che farà del proprio meglio per risolvere i problemi dei cristiani.