Almeno tre persone sono morte e molte altre sono rimaste ferite negli ultimi giorni in Madhya Pradesh (India centrale) per le violenze tra la comunità induista e la minoranza cristiana, tornate a esplodere dopo il recente omicidio di una bambina. Lo riferiscono alla MISNA varie fonti cattoliche indiane, le quali spiegano che tutto ha avuto inizio lo scorso 11 gennaio: quel giorno una bimba di soli 9 anni è stata attirata da un giovane, con una scusa, nei locali della missione cattolica di Jhabua, e lì violentata e uccisa. Il cadavere è stato rinvenuto dal padre della bambina nella toilette della scuola della missione. L’indomani la situazione è rimasta tranquilla, ma il 13 gennaio diversi gruppi fondamentalisti indù hanno organizzato marce di protesta in varie località del distretto, bruciando le effigi del vescovo di Jhabua, monsignor Chacko Thottumarickal (verbita), e di altri sacerdoti, oltre a gridare slogan contro il cristianesimo. Quello stesso giorno un gruppo di persone ha fatto irruzione nel complesso di edifici della missione, malmenando i sacerdoti e causando danni alle infrastrutture. Alcuni preti - tra cui il parroco e il vice parroco di Jhabua, e il rettore della scuola della missione - oltre a dei ragazzi laici cattolici sono stati fermati dalle forze dell’ordine e condotti presso la locale stazione di polizia per essere interrogati. Il 14 gennaio molte persone si sono riunite davanti alla missione, per poi introdursi con la forza nel campus interno e malmenare alcuni sacerdoti. Il giorno seguente il ministro degli interni del Madhya Pradesh ha accusato i religiosi dell’omicidio della bambina, ma la sera stessa è stato catturato dalla polizia il vero colpevole, che ha confessato: si tratta di un giovane impiegato presso un ufficio di assicurazioni che ha sede vicino alla chiesa cattolica. Il 16 gennaio, quindi, i sacerdoti e gli altri fermati sono stati rilasciati, ma le violenze non si sono fermate. Le nostre fonti riferiscono che, la sera di quello stesso giorno, si sono verificati scontri tra induisti e protestanti nel villaggio di Amkhur (circa 80 chilometri da Jhabua), che hanno causato tre morti e una decina di feriti. Nelle stesse ore un gruppo di persone ha attaccato una chiesa e un convento nella vicina località di Alirajpur. Padre Stanny Ferreira, salesiano e parroco di Alirajpur, si stava recando a Jhabua a bordo della sua jeep per portare il proprio sostegno ai confratelli di quella città, quando è stato aggredito da fondamentalisti indù. Nel tentativo di sfuggire agli assalitori, il religioso ha provocato un incidente nel quale è morto un ciclista. Catapultato in mezzo alla strada, il salesiano è stato picchiato senza pietà dagli indù e ha riportato diverse ferite alla testa.