lun, 05 maggio 2025

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India: più di 200 Cristiani Riconvertiti in Massa all'Induismo

Oltre duecento cristiani appartenenti alle comunità tribali dell’Orissa occidentale (India centrorientale) sono stati riconvertiti all’induismo in una cerimonia pubblica organizzata da un formazione radicale indù. Ieri nel tempio indù di Jharsuguda, circa 375 chilometri a ovest di Bhubaneshwar, capitale dell’Orissa, 212 cristiani – non è stato specificato di quale confessione - sono stati sottoposti ad una cerimonia di ‘purificazione’ (shuddhikaran) organizzata dalla formazione culturale-religiosa oltranzista indù Vishwa Hindu Parishad (Consiglio mondiale indù). Al rito ha partecipato anche l’ex ministro dell’ambiente Dilpi Singh Judeo, del partito nazionalista al governo Bharatiya Janata Party (Bjp), che lo scorso dicembre si era dimesso dall’esecutivo nell’ambito di uno scandalo per corruzione. Le autorità distrettuali di Jharsuguda hanno precisato di non aver rilasciato alcun permesso per questa riconversione di massa, nè sonostati informati secondo quanto stabilisce la legge sulla libertà di religione dell'Orissa. “Queste iniziative del Vhp non sono una novità – spiega alla MISNA padre Antonio Grugni, missionario del Pontifico istituto missioni estere (Pime) – ogni tanto gli estremisti indù organizzano queste cerimonie religiose, con la massima visibilità possibile, per far vedere che ‘non dormono’ e ‘tengono sott’occhio’ i missionari”. L'evento fa parte di un programma del Vhp per riportare nella fede induista 400mila tribali indiani convertiti al cristianesimo; l'accusa contro i presuli cristiani è che si approfittino dell’ignoranza di queste persone molto spesso analfabeti e poverissimi. Ma secondo padre Grugni, originario di Legnano (Milano) e in India da 27 anni dove svolge l’attività di medico in un lebbrosario di Mumbai, la questione va vista in un quadro complesso: “In realtà i tribali non sono indù, ma hanno le loro specifiche credenze e culture; però gli estremisti del Vhp ed altri gruppi legati al movimento nazionalista induista identificano ‘essere indiano’ con l’ ‘essere indù’". Va aggiunto che "la Chiesa cattolica, seguendo i dettami del Concilio Vaticano II, svolge la propria attività con grande rispetto dell’identità e religione locale, non forzando in nessuna maniera, diretta o indiretta, le scelte di coscienza delle persone. Il problema nasce però dall’attività aggressiva di gruppi religiosi protestanti ed evangelici - aggiunge padre Grugni- come i Testimoni di Geova, o la setta ‘New Life’, che spesso eccedono nei loro comportamenti, andando di porta in porta con la Bibbia in mano e parlando male della religione indù. Tutto ciò da ‘esca’ alla polemica degli estremisti ”. Il missionario ammette che la Chiesa cattolica è particolarmente attenta ai tribali, una minoranza che rappresenta il 10-15 per cento della popolazione indiana, ma perché sono tra i gruppi più emarginati e accantonati dalle politiche sociali del governo.

Scheda dettagli:

Data: 8 marzo 2004
Fonte/Casa Editrice: Misna
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