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India: Natale, Festa Collettiva e Interreligiosa, si Festeggia con Lanterne Rosse Sui Tetti
Nella multiculturale India il Natale è riconosciuto tra le feste nazionali: in quella giornata le scuole interrompono le lezioni, gran parte delle attività negli uffici pubblici e privati viene sospesa, mentre già da settimane negozi e ristoranti delle principali città hanno esposto i simboli natalizi. “Natale è una festa collettiva a cui partecipano in modo diverso persone di tutte le religioni” – racconta alla MISNA padre P. Rayappa da Hyderabad, capitale dello stato dell’Andhra Pradesh, in India meridionale. “Attraverso le nostre scuole, frequentate non solo da cristiani, e le nostre istituzioni benefiche a servizio di tutti i cittadini, l’annuncio della nascita di Cristo viene trasmesso a tutte persone” precisa il religioso. Si stima che in India su oltre un miliardo di abitanti i cristiani siano complessivamente 26 milioni. Nelle zone tropicali del subcontinente si decorano con candele, nastri e giocattoli gli alberi di mango e banano; specialmente nel Kerala e altri Stati del Sud, da dove secondo la tradizione partì l’evangelizzazione dell’India per opera dell’apostolo Tommaso giunto dalla Palestina, i cristiani collocano sui tetti delle case e in cima ai muri file di lanterne a olio accese, esattamente come viene fatto durante la festività religiosa indù Diwali, in cui si ricorda la vittoria del bene sul male. Nelle grandi città come New Delhi, Calcutta e in particolare Mumbai (ex-Bombai), dove vive la comunità cristiana più numerosa, le vie commerciali non differiscono da quelle delle città occidentali per richiami all’acquisto di regali e cibo da consumare nei banchetti in famiglia. Ma per la sfera più strettamente religiosa i cristiani in alcuni contesti ancora preferiscono celebrare i riti con discrezione, facendo processioni nei cortili delle Chiese, ad esempio, o limitando le decorazioni delle case per non provocare reazioni negative da parte dei gruppi indù più tradizionalisti; nel Tamil Nadu recenti tensioni da parte di estremisti indù hanno spinto i cristiani a celebrare il Natale ‘sottotono’, racconta padre Rayappa. Ciò, però, non impedisce la partecipazione alle funzioni religiose a induisti, buddisti, sikh o musulmani che lo desiderano: “Nelle chiese cattoliche alla Messa di mezzanotte, che si prolunga anche per due-tre ore – continua il sacerdote– non solo partecipano i cristiani di tutte le confessioni ma anche gli amici e i vicini di altre religioni, magari dopo aver condiviso insieme la cena della vigilia; tutti, poi, usano quest’occasione per rivolgere preghiere speciali ”. Anche in India, come nei Paesi cristiani, la Euphorbia, la pianta conosciuta come ‘stella di natale’, è diventata uno dei simboli della festa ed è usata in particolare per decorare l’interno delle chiese. In Nagaland, invece, nel remoto nordest dell’India, dove nel XIX secolo i missionari battisti americani convertirono le popolazioni indigene, i principali gruppi tribali, come i ‘Naga’ e i ‘Bhil’ proseguono la tradizione ‘anglosassone’ di cantare per le strade cori natalizi, reinterpretati secondo i loro ritmi e linguaggi. Ed oltre allo scambio dei regali, molto apprezzato e condiviso tra tutte le comunità religiose, in tutta l’India è ormai consuetudine per Natale fare donazioni in denaro ai poveri. (a cura di Barbara Fabiani)