Desta preoccupazione la situazione della comunità cristiana in India. Ieri Padre George Palackapilly, segretario esecutivo per l’educazione e la cultura della Conferenza dei vescovi cattolici indiani (Cbci), ha presentato un’analisi dettagliata sulla questione nell’ambito di un incontro con i 22 parlamentari cristiani del Paese. Citando un rapporto della Corte suprema nazionale in merito ai diritti delle minoranze, il sacerdote ha spiegato che l’articolo 30 della Costituzione garantisce alle minoranze religiose il diritto di stabilire ed amministrare liberamente i propri istituti scolastici. Secondo Padre Palackapilly, d’altra parte, esiste una pericolosa strategia di gruppi ‘anti-minoranze’ per abolire l’articolo 30 o comunque per favorirne un’interpretazione errata. I parlamentari cristiani si sono detti concordi con l’esito del rapporto e si sono dunque impegnati a esporre la questione di fronte al governo. Il segretario generale del Partito del congresso, Oscar Fernandez, ha suggerito che una delegazione dei parlamentari cristiani fissi un incontro con il primo ministro e lo informi sulle preoccupazioni della comunità cristiana presente nel Paese. Un allarme particolare ha destato la questione delle tecniche per la determinazione prematura del sesso dei nascituri, di cui la Cbci ha denunciato l’abuso da parte della popolazione e che favorirebbero le interruzioni di gravidanza. Recenti episodi di intolleranza contro i cristiani hanno nuovamente posto il problema della pacifica convivenza di diverse religioni in India. Lo scorso 18 luglio Bridhi Ekka, della congregazione delle Orsoline, venne arrestata dalla polizia di Ambikapur (Stato di Chattisgarh, India centrale) e condannata a sei mesi di prigione per aver convertito alcuni indù al cristianesimo. La 58enne religiosa è poi potuta tornare in libertà dopo che l’Alta Corte di Bilaspur (settore orientale del Chattisgarh) ha dato disposizione al tribunale distrettuale di Ambikapur di concedere il rilascio su cauzione.