Notizie
India: Consiglio Chiese Cristiane Chiede Sostegno Contro i Soprusi dei Fondamentalisti Indù
Il Consiglio ecumenico delle Chiese cristiane dell’India ha espresso disappunto per la decisione delle autorità di polizia dello stato meridionale del Kerala di sospendere il visto del pastore Joseph Cooper, in visita in India. Alcuni giorni fa il missionario e la sua famiglia avevano subito un’aggressione dopo aver presenziato ad un incontro religioso della comunità protestante. I sospetti sono caduti sui militanti del Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss – Organizzazione dei volontari nazionalisti). A padre Cooper, che aveva un permesso di soggiorno per ragioni turistiche, è stata revocata l’autorizzazione a restare nel Paese perché esercitava attività religiose. L’Aicc ha aggiunto che un altro pastore, Benson K. Sam, e la sua famiglia, sono stati feriti da attivisti del Rss il 13 gennaio scorso a Kilimanoor , la stessa città nella provincia di Trivandrum dove è stato aggredito padre Cooper. L’organizzazione ecumenica ha inoltre ricordato che proprio in questi giorni cade l’anniversario della morte del missionario evangelico australiano Graham Stuart Staines arso vivo nella sua auto con i figlioletti Timothy e Phillips da un gruppo di fondamentalisti hindu nello Stato dell’Orissa il 22 gennaio 1999. Il Consiglio ecumenico delle Chiese cristiane dell’India si rivolge alla comunità internazionale perché si investighi sul Rss e i gruppi ad esso associati in quanto organizzazioni terroristiche guidate dal fondamentalismo religioso. L’Aicc sottolinea la necessità di arrivare ad una condanna internazionale di queste formazioni per l’interesse della pace e della stabilità in India. Al contempo condanna il lassismo delle autorità di polizia del Kerala nel perseguire i fautori degli atti violenti contro i religiosi cristiani. Una situazione che, secondo l’organizzazione laica d’ispirazione cristiana, getta un ombra sull’imparzialità del premier dello Stato meridionale indiano AK Anthony. Infine, l’Aicc pone in risalto che dal 1957 il governo indiano rifiuta di rilasciare ai religiosi cristiani dei ‘permessi di soggiorno’ per svolgere attività religiose in India. Inoltre, da quando è alla guida dell’India è salito il partito nazionalista Indu Bharatiya Janata Party (Bjp) a molti i sacerdoti cattolici e protestanti a cui è stato ingiunto di lasciare il paese con la scusa di non rinnovare loro il visto. Un comportamento in contraddizione con la costituzione indiana che garantisce la libertà di espressione e di religione.