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Il tiro con l’arco a cuore lento
Livelli alti di stress possono ostacolare il rendimento in molti tipi di attività. Ora sappiamo che perfino gli atleti di alto livello possono subirne le conseguenze.
In passato la cosa è stata difficile da misurare. Ma durante le Olimpiadi di Tokyo del 2020 è stata usata della strumentazione da remoto che ha potuto misurare il battito cardiaco dei concorrenti in due competizioni di tiro con l’arco. Ora l’analisi dei dati ha dimostrato che un battito cardiaco più frequente, indicatore di stress, è associato a un punteggio più basso.
“I nostri risultati provano l’effetto negativo dello stress psicologico misurato in tempo reale durante una gara di alto livello”, hanno scritto Yungfeng Lu della Nanjing University e Songfa Zhong della National University of Singapore.
Quando i ricercatori hanno indagato su possibili collegamenti tra il battito cardiaco degli arcieri subito prima del tiro e i loro punteggi, hanno trovato una corrispondenza chiara: battiti più frequenti corrispondono a punteggi più bassi. Nè età né genere sembrano avere fatto differenza.
Lo studio è stato pubblicato su Psychological Science.
In passato la cosa è stata difficile da misurare. Ma durante le Olimpiadi di Tokyo del 2020 è stata usata della strumentazione da remoto che ha potuto misurare il battito cardiaco dei concorrenti in due competizioni di tiro con l’arco. Ora l’analisi dei dati ha dimostrato che un battito cardiaco più frequente, indicatore di stress, è associato a un punteggio più basso.
“I nostri risultati provano l’effetto negativo dello stress psicologico misurato in tempo reale durante una gara di alto livello”, hanno scritto Yungfeng Lu della Nanjing University e Songfa Zhong della National University of Singapore.
Quando i ricercatori hanno indagato su possibili collegamenti tra il battito cardiaco degli arcieri subito prima del tiro e i loro punteggi, hanno trovato una corrispondenza chiara: battiti più frequenti corrispondono a punteggi più bassi. Nè età né genere sembrano avere fatto differenza.
Lo studio è stato pubblicato su Psychological Science.