Israele è l'unico stato al mondo ad avere una maggioranza ebraica. La carne di maiale è indicata chiaramente dalle leggi millenarie del popolo ebraico come un cibo proibito. Forse in conseguenza di ciò il maiale è per molti israeliani ed ebrei del mondo un animale particolarmente sgradito, impuro. Le leggi dello stato proibiscono dal 1963 di allevare maiali da carne, con l'unica eccezione di una piccola zona arabocristiana nel nord del paese. Ma nel Kibbutz Lahav i maiali prosperano, curati e ben tenuti.
La cosa provoca da tempo delle proteste, ma al kibbutz si difendono dichiarando che gli animali vengono allevati per sperimentazione scientifica, non per essere mangiati. E che quindi l'allevamento è legale da tutti i punti di vista, secolari e religiosi.
Il suo direttore, accanitamente non religioso e amante di una bella braciola, commenta che la legge giudaica impone di salvare la vita umana. E' uno dei grandi principi di questa religione. E la sua azienda fa proprio questo.
In realtà il divario che separa questo kibbutz da altri più ortodossi va indietro nel tempo, all'epoca postbellica. Dopo la guerra furono molte le sperimentazioni sociali e un forte senso di secolarismo trovò posto ed espressione in mezzo ad altre correnti. "Era opinione comune che non saremmo mai stati di nuovo delle vittime, che avremmo lavorato la nostra terra, che saremmo stati forti, che non avremmo partecipato alle superstizioni, religione compresa, e che avremmo pensato in modo chiaro e razionale" dice uno degli abitanti del Kibbutz Lahav. Nel rispetto degli altri che nel tempo si sono aggiunti alla comunità, e che magari sono osservanti, il maiale è sul menu solo al venerdì. Ma c'è.