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Greenpeace: Norvegia e Giappone Riaprono il Massacro di Balene
Le flotte di Giappone e Norvegia prenderanno il largo la prossima settimana per la loro caccia annuale, sostenendo falsamente di rispettare le regole della Commissione baleniera internazionale (Iwc). "... La giustificazione per la caccia alle balene è fondata sul falso e dimostra il totale disprezzo per le evidenze scientifiche ..." sostiene John Frizell di Greenpeace.
Il governo norvegese prevede di catturare 670 balenottere minori nell’unica caccia al mondo apertamente dichiarata commerciale, mentre il governo giapponese punta a uccidere 210 balenottere minori, balenottere tropicali, balenottere boreali e capodogli nel Pacifico nord-occidentale nell’ambito del cosiddetto programma “scientifico” di caccia. L’Islanda, il terzo paese cacciatore di balene al mondo, non ha ancora fissato le quote del suo programma di caccia “scientifico” per quest’anno.
"... Il vero motivo della caccia è l’assurda e antiscientifica asserzione che le balene impoveriscono gli stock ittici mangiando tantissimo pesce. Le balene sono un elemento naturale dell’ecosistema marino e la causa reale del declino del pescato va cercata nel sovrasfruttamento della pesca, non certo nella fame delle balene ...", aggiunge Frizell.
La Norvegia rappresenta falsamente la caccia come una necessità locale mentre invece il mercato norvegese è saturo di carne di balena. Nonostante gli sforzi promozionali, nei supermercati norvegesi restano tuttora invendute grandi quantità di carne di balena della stagione di caccia 2003. Anche il Giappone fa caccia commerciale, spacciandola però per “ricerca scientifica”, nonostante l’organismo per cui la “ricerca” viene condotta, cioè l’Iwc, non abbia necessità dei dati e abbia chiesto che il programma venga concluso.
Tutta la carne di balena cacciata dal Giappone, eccetto la carne di capodoglio, troppo contaminata per essere commercializzata, sarà venduta sul mercato giapponese. Lo scorso anno i “ricercatori” hanno venduto in questo modo 3.000 tonnellate di carne di balena per 52 milioni di dollari.
Greenpeace proseguirà la sua campagna per fermare la caccia alle balene, così come fa da quasi trent’anni. Greenpeace è attivamente impegnata contro la ripresa della caccia in Islanda, paese che gioca un ruolo importante nel tentativo di fermare la lobby dei paesi pro-caccia, capitanata dal Giappone.
A settembre del 2003 il tour in Islanda della nave di Greenpeace, Rainbow Warrior, ha dimostrato al governo dell’isola il vantaggio economico e ambientale del turismo rispetto alla caccia alle balene (http://www.greenpeace.it/whales/agisci.htm).
Greenpeace sarà attivamente impegnata in occasione dell’annuale riunione dell’Iwc in Italia a luglio affinché la moratoria sulla caccia alle balene sia rispettata e affinché l’Iwc sposti le sue priorità dalla caccia alla protezione delle balene. "... La caccia commerciale è sempre stata un disastro per le balene, portandone alla decimazione intere popolazioni. L’unico piano di gestione per la caccia alle balene che funzioni è la moratoria alla caccia commerciale e noi intendiamo mantenerla ...", conclude Frizell.
"... Quest’anno a Sorrento Greenpeace ci sarà anche per dare il suo sostegno ai paesi che si oppongono alla caccia alle balene e per assicurarsi che venga ascoltata la voce di quanti chiedono che le balene e il mare siano protetti ...", dichiara Emanuela Marinelli, responsabile campagna Balene di Greenpeace.
Il governo norvegese prevede di catturare 670 balenottere minori nell’unica caccia al mondo apertamente dichiarata commerciale, mentre il governo giapponese punta a uccidere 210 balenottere minori, balenottere tropicali, balenottere boreali e capodogli nel Pacifico nord-occidentale nell’ambito del cosiddetto programma “scientifico” di caccia. L’Islanda, il terzo paese cacciatore di balene al mondo, non ha ancora fissato le quote del suo programma di caccia “scientifico” per quest’anno.
"... Il vero motivo della caccia è l’assurda e antiscientifica asserzione che le balene impoveriscono gli stock ittici mangiando tantissimo pesce. Le balene sono un elemento naturale dell’ecosistema marino e la causa reale del declino del pescato va cercata nel sovrasfruttamento della pesca, non certo nella fame delle balene ...", aggiunge Frizell.
La Norvegia rappresenta falsamente la caccia come una necessità locale mentre invece il mercato norvegese è saturo di carne di balena. Nonostante gli sforzi promozionali, nei supermercati norvegesi restano tuttora invendute grandi quantità di carne di balena della stagione di caccia 2003. Anche il Giappone fa caccia commerciale, spacciandola però per “ricerca scientifica”, nonostante l’organismo per cui la “ricerca” viene condotta, cioè l’Iwc, non abbia necessità dei dati e abbia chiesto che il programma venga concluso.
Tutta la carne di balena cacciata dal Giappone, eccetto la carne di capodoglio, troppo contaminata per essere commercializzata, sarà venduta sul mercato giapponese. Lo scorso anno i “ricercatori” hanno venduto in questo modo 3.000 tonnellate di carne di balena per 52 milioni di dollari.
Greenpeace proseguirà la sua campagna per fermare la caccia alle balene, così come fa da quasi trent’anni. Greenpeace è attivamente impegnata contro la ripresa della caccia in Islanda, paese che gioca un ruolo importante nel tentativo di fermare la lobby dei paesi pro-caccia, capitanata dal Giappone.
A settembre del 2003 il tour in Islanda della nave di Greenpeace, Rainbow Warrior, ha dimostrato al governo dell’isola il vantaggio economico e ambientale del turismo rispetto alla caccia alle balene (http://www.greenpeace.it/whales/agisci.htm).
Greenpeace sarà attivamente impegnata in occasione dell’annuale riunione dell’Iwc in Italia a luglio affinché la moratoria sulla caccia alle balene sia rispettata e affinché l’Iwc sposti le sue priorità dalla caccia alla protezione delle balene. "... La caccia commerciale è sempre stata un disastro per le balene, portandone alla decimazione intere popolazioni. L’unico piano di gestione per la caccia alle balene che funzioni è la moratoria alla caccia commerciale e noi intendiamo mantenerla ...", conclude Frizell.
"... Quest’anno a Sorrento Greenpeace ci sarà anche per dare il suo sostegno ai paesi che si oppongono alla caccia alle balene e per assicurarsi che venga ascoltata la voce di quanti chiedono che le balene e il mare siano protetti ...", dichiara Emanuela Marinelli, responsabile campagna Balene di Greenpeace.