Il Sinodo pare abbia già deciso: un monastero del Seicento nella parte sud della Grecia verrà trasformato in una sede speciale carceraria dove il clero condannato per reati comuni potrà scontare la pena comminata "in un ambiente più appropriato", come si è espresso il Sinodo stesso.
La decisione ha scatenato forti reazioni da parte di una vasta parte dell'opinione pubblica che ritiene che non debbano essere fatte eccezioni di sorta per chi ha infranto la legge. La polemica si riferisce in particolare al vescovo dell'Attica che è in carcere per una condanna per corruzione di sei anni.
I carcerati hanno notoriamente un loro proprio codice di comportamento, e sembra che la presenza del vescovo non sia particolarmente apprezzata. Ma non è il solo prelato di alto profilo ad avere guai con la giustizia, proprio in questi giorni viene celebrato un processo per corruzione nei confronti di giudici da parte di un alto esponente ecclesiastico.
Il monastero di Chrysopighi potrebbe ospitarli, ma l'antico conglomerato di edifici imbiancati a calce contro il mare greco evoca a fatica la parola carcere.