Notizie
Gran Bretagna: per la Prima Volta il si' all' Eutanasia
Miss b potrà morire in pace e dignitosamente, come chiede da tempo. l'alta corte di londra, con una sentenza storica, ha concesso alla donna, paralizzata da anni, il diritto a morire. potrà chiedere che le venga staccato il respiratore automatico che la tiene in vita. quarantatrè anni, la donna è riuscita a seguire la lettura della sentenza grazie a un collegamento tv dal suo letto, in ospedale. la decisione è stata adottata dal presidente della sezione famiglia dell'alta corte, dame elizabeth buttler-sloss.
"non sono christopher reeve", aveva detto miss b quando, per la prima volta, si rivolse all'alta corte, chiedendo di poter staccare il respiratore meccanico. paralizzata da oltre un anno, la donna aveva spiegato di non poter affrontare lo stesso standard di vita dell'attore che indossò i panni di superman, vittima di una caduta da cavallo. miss. b aveva anche definito "inaccettabile" la prospettiva di vivere il resto della sua esistenza immobile e attaccata a una macchina. una prospettiva, oltretutto, anche costosa. "non sono reeve e non posso permettermi di pagare per tutto". anche se i soldi, ha precisato, "non sono certo il motivo principale della mia decisione".
né, aveva aggiunto, poteva essere lei stessa a staccare il respiratore. un'azione simile", aveva spiegato, sarebbe stata percepita dalla sua famiglia come un suicidio.
miss b. verrà ora trasferita dal reparto di terapia intensiva, dove si trova, in un altro ospedale. lì i medici esaudiranno le sue richieste, anche se non immediatamente. il giudice ha inoltre assegnato alla donna un risarcimento di 100 sterline per compensarla della "violazione" nei suoi confronti: l'essere stata sottoposta a un trattamento medico non voluto.
un caso opposto a quello di diane pretty, anche lei inglese e affetta da sclerosi multipla. diane aveva chiesto di morire con l'aiuto dal marito. ma l'alta corte di londra respinse la sua domanda. non si è arresa e ha fatto ricorso alla corte di strasburgo per i diritti umani.
"non sono christopher reeve", aveva detto miss b quando, per la prima volta, si rivolse all'alta corte, chiedendo di poter staccare il respiratore meccanico. paralizzata da oltre un anno, la donna aveva spiegato di non poter affrontare lo stesso standard di vita dell'attore che indossò i panni di superman, vittima di una caduta da cavallo. miss. b aveva anche definito "inaccettabile" la prospettiva di vivere il resto della sua esistenza immobile e attaccata a una macchina. una prospettiva, oltretutto, anche costosa. "non sono reeve e non posso permettermi di pagare per tutto". anche se i soldi, ha precisato, "non sono certo il motivo principale della mia decisione".
né, aveva aggiunto, poteva essere lei stessa a staccare il respiratore. un'azione simile", aveva spiegato, sarebbe stata percepita dalla sua famiglia come un suicidio.
miss b. verrà ora trasferita dal reparto di terapia intensiva, dove si trova, in un altro ospedale. lì i medici esaudiranno le sue richieste, anche se non immediatamente. il giudice ha inoltre assegnato alla donna un risarcimento di 100 sterline per compensarla della "violazione" nei suoi confronti: l'essere stata sottoposta a un trattamento medico non voluto.
un caso opposto a quello di diane pretty, anche lei inglese e affetta da sclerosi multipla. diane aveva chiesto di morire con l'aiuto dal marito. ma l'alta corte di londra respinse la sua domanda. non si è arresa e ha fatto ricorso alla corte di strasburgo per i diritti umani.