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Giappone: Dove il Mare è Tinto di Rosso dal Sangue dei Delfini
Ventidue paesi nel mondo (Australia, Austria, Francia, Inghilterra, Brasile, Canada, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Svizzera, Irlanda, Olanda ecc.), protestano contro massacro di delfini e balene. A Taijii, un piccolo villaggio di pescatori di 4000 anime, nel sud del Giappone vicino Osaka, ogni anno dall'inizio di ottobre vengono massacrati migliaia di delfini e globicefali. Questo crimine legale e autorizzato dal governo Nipponico, prevede l'abbattimento di almeno 22.000 esemplari in tutto il paese, per ogni stagione di “pesca”.
Dal 29 Settembre gli attivisti di “Sea Shepherd” supportati dall'esperto di Mammiferi Marini Ric O’ Barry che sono sul luogo a testimoniare, filmare e fotografarele stragi, hanno posto nuovamente, all’attenzione internazionale, questi crimini. Inoltre, Allison Watson e Alex Cornelissen, attivisti dell'associazione, dopo aver liberato 15 delfini che erano stati intrappolati in una baia dai pescatori, nell’attesa di essere torturati e barbaramente uccisi, sono stati arrestati.
“Delfini e balene appartengono al mare - ha detto Ilaria Ferri, Direttore del settore cattività dell'Associazione Animalisti Italiani PeTA Onlus - nessuno ha diritto di compiere gesti così atroci su queste meravigliose creature indifese. Considerarli competitori nella pesca o cibo prelibato è una assurdità inaccettabile. Test sul Dna hanno dimostrato che la carne di delfino viene venduta regolarmente ma illegalmente come carne di balena e contiene livelli di contaminanti (metil mercurio ecc.) 5 volte maggiori a quanto è consentito. Questi contaminanti, come risaputo, sono gravemente tossici per la salute umana.
Secondo quanto dichiarato da Ric O’ Barry, esperto di Mammiferi Marini dell'associazione internazionale One Voice, che ha assistito ad una di queste stragi, “i pescatori portano le barche in alto mare la mattina presto alla ricerca delle rotte migratorie dei delfini. Una volta localizzati i branchi si servono di emettitori di suoni ad altissima frequenza in modo da disturbare il loro sonar e disorientarli. A questo punto comincia il massacro. I delfini, in preda alla confusione, vengono circondati da più imbarcazioni e costretti in acque basse dove vengono circondati da reti e massacrati a colpi di maceti, lance e altre armi a lama. Il mare diventa rosso sangue!”.
“I delfini adulti - ha continuato Ric O’ Barry - cercano di proteggere, inutilmente, i piccoli. I maschi, a costo della loro stessa vita, cercavano di difendere i cuccioli frapponendosi tra i pescatori e i loro arpioni. Li ho sentiti piangere e gridare di paura. Ho visto cetacei sottoposti a cose orrende nella mia vita, ma mai paragonabile a quanto ho visto a Taijii. È ora di dire basta a questa barbarie”.
Dal 29 Settembre gli attivisti di “Sea Shepherd” supportati dall'esperto di Mammiferi Marini Ric O’ Barry che sono sul luogo a testimoniare, filmare e fotografarele stragi, hanno posto nuovamente, all’attenzione internazionale, questi crimini. Inoltre, Allison Watson e Alex Cornelissen, attivisti dell'associazione, dopo aver liberato 15 delfini che erano stati intrappolati in una baia dai pescatori, nell’attesa di essere torturati e barbaramente uccisi, sono stati arrestati.
“Delfini e balene appartengono al mare - ha detto Ilaria Ferri, Direttore del settore cattività dell'Associazione Animalisti Italiani PeTA Onlus - nessuno ha diritto di compiere gesti così atroci su queste meravigliose creature indifese. Considerarli competitori nella pesca o cibo prelibato è una assurdità inaccettabile. Test sul Dna hanno dimostrato che la carne di delfino viene venduta regolarmente ma illegalmente come carne di balena e contiene livelli di contaminanti (metil mercurio ecc.) 5 volte maggiori a quanto è consentito. Questi contaminanti, come risaputo, sono gravemente tossici per la salute umana.
Secondo quanto dichiarato da Ric O’ Barry, esperto di Mammiferi Marini dell'associazione internazionale One Voice, che ha assistito ad una di queste stragi, “i pescatori portano le barche in alto mare la mattina presto alla ricerca delle rotte migratorie dei delfini. Una volta localizzati i branchi si servono di emettitori di suoni ad altissima frequenza in modo da disturbare il loro sonar e disorientarli. A questo punto comincia il massacro. I delfini, in preda alla confusione, vengono circondati da più imbarcazioni e costretti in acque basse dove vengono circondati da reti e massacrati a colpi di maceti, lance e altre armi a lama. Il mare diventa rosso sangue!”.
“I delfini adulti - ha continuato Ric O’ Barry - cercano di proteggere, inutilmente, i piccoli. I maschi, a costo della loro stessa vita, cercavano di difendere i cuccioli frapponendosi tra i pescatori e i loro arpioni. Li ho sentiti piangere e gridare di paura. Ho visto cetacei sottoposti a cose orrende nella mia vita, ma mai paragonabile a quanto ho visto a Taijii. È ora di dire basta a questa barbarie”.