Appelli
Giappone: da 17 Paesi Appello per Fermare Caccia alle Balene
Smettere immediatamente di cacciare le balene. E' la richiesta che e' stata consegnata ai ministri degli Esteri e della Pesca del Giappone da Italia, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Messico, Nuova Zelanda, Portogallo, Spagna e Svezia.
La protesta formale dei 17 Paesi riguarda l'aumento sconsiderato delle balene cacciate dal Giappone che ne caccia piu' ora che nei 31 anni precedenti la moratoria, in vigore dal 1986. I governi fanno notare anche come il Giappone non abbia rispettato gli inviti a non aumentare il numero di balene cacciate rivoltogli dalla Commissione Baleniera Internazionale. ''E' importante che dopo le nostre azioni numerosi governi chiedano al Giappone di fermare la caccia illegale alle balene nel Santuario dell'Oceano meridionale. Questa e' solo la punta dell'iceberg della distruzione di un ecosistema. Un respiro su due che facciamo lo dobbiamo agli oceani che danno al pianeta meta' dell'ossigeno'' afferma Donatella Massai, direttore generale di Greenpeace.
Con il lungo viaggio della nave di Greenpeace, ''Esperanza'', che durera' 14 mesi e tocchera' i mari dei 5 continenti, l'associazione chiede l'istituzione di una rete di aree marine protette con una superficie pari al 40% degli Oceani. Il costo sarebbe di 12 miliardi di dollari l'anno, piu' o meno quanto si spende in profumi in Europa e Stati Uniti nello stesso periodo. Le navi di Greenpeace, ''Esperanza'' (con a bordo l'attivista italiana Caterina Nitto) e ''Arctic Sunrise'' continuano in queste ore ad opporsi alle baleniere giapponesi nelle acque del Mar Antartico.
La protesta formale dei 17 Paesi riguarda l'aumento sconsiderato delle balene cacciate dal Giappone che ne caccia piu' ora che nei 31 anni precedenti la moratoria, in vigore dal 1986. I governi fanno notare anche come il Giappone non abbia rispettato gli inviti a non aumentare il numero di balene cacciate rivoltogli dalla Commissione Baleniera Internazionale. ''E' importante che dopo le nostre azioni numerosi governi chiedano al Giappone di fermare la caccia illegale alle balene nel Santuario dell'Oceano meridionale. Questa e' solo la punta dell'iceberg della distruzione di un ecosistema. Un respiro su due che facciamo lo dobbiamo agli oceani che danno al pianeta meta' dell'ossigeno'' afferma Donatella Massai, direttore generale di Greenpeace.
Con il lungo viaggio della nave di Greenpeace, ''Esperanza'', che durera' 14 mesi e tocchera' i mari dei 5 continenti, l'associazione chiede l'istituzione di una rete di aree marine protette con una superficie pari al 40% degli Oceani. Il costo sarebbe di 12 miliardi di dollari l'anno, piu' o meno quanto si spende in profumi in Europa e Stati Uniti nello stesso periodo. Le navi di Greenpeace, ''Esperanza'' (con a bordo l'attivista italiana Caterina Nitto) e ''Arctic Sunrise'' continuano in queste ore ad opporsi alle baleniere giapponesi nelle acque del Mar Antartico.