gio, 15 maggio 2025

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Germania: lo Scandalo dei Polli all'Erbicida

Lo scandalo tedesco dei polli alimentati con mangimi contaminati con Nitrofen (erbicida cancerogeno vietato nell'Ue), non sembra che sia proprio circoscritto. Le autorita' tedesche, nei giorni scorsi a Bruxelles, avevano assicurato i responsabili veterinari comunitari che carni a rischio erano finite solo in Austria e Olanda, oltre alla Germania ovviamente. Ma cosi' non e', perche' il ministro belga della Sanita', Magda Aelvoet, memore di quanto successo nel 1999 con i polli alla diossina, ha chiesto che sia avviata una inchiesta, che fino ad oggi ha portato a scoprire un'azienda che tra il dicembre del 2001 e l'aprile del 2002 ha importato non meno di 28 tonnellate di carne di tacchino proveniente da un'azienda tedesca coinvolta nella vicenda dei mangimi contaminati con il Nitrofen: si tratta di un'azienda che ha elaborato la carne per destinarla in parte al mercato internazionale e in parte a quello nazionale belga. Una situazione anomala che ha portato l'ufficio del commissario europeo alla Sanita' e diritti dei consumatori, David Byrne, a chiedere alla Germania di essere piu' precisa e di fare meglio il punto della situazione. Non si tratta di gridare "al lupo al lupo" ma di essere ragionevolmente prudenti e di fare prevenzione. L'eco nelle orecchie di tutti dell'approssimazione che ha anticipato la diffusione del morbo della Bse (e che ha continuato fino alla piu' smaccata evidenza, con tanto di autorita' nazionali che giuravano sulla "purezza" del prodotto italiano) dovrebbe aver fatto da lezione. Ragion per cui sollecitiamo il ministro della Salute a non andar tanto per il sottile, e di stabilire un provvedimento minimo cautelativo che dia anche fiducia al nostro partner tedesco: chiediamo che ogni importazione di cereali, alimenti per animali e carni provenienti dalla Germania abbia un certificato ufficiale con la garanzia che non ci siano tracce di Nitrofen. La situazione non !
e' allarmante ed e' giusto che la reciproca fiducia sia il punto di partenza per far fronte ad un'eventuale reciproca emergenza. Poi, dal comportamento delle autorita' sanitarie e veterinarie tedesche, dalle verifiche a campione che dovranno comunque essere fatte anche su questi prodotti importati con certificato tedesco, scaturiranno altre decisioni. Crediamo che per il momento i consumatori abbiano bisogno di questo, anche perche' le etichette alimentari, non riportando obbligatoriamente come gli animali sono stati allevati, non consentirebbero al consumatore un'auto-tutela, per esempio scartando quelle carni con etichette poco chiare sul tipo di alimentazione. ... segue:
POLLI AL NITROFEN: LA STORIA SI RIPETE?
Dopo che l'11 giugno il Comitato europeo per la sicurezza della catena alimentare ha deciso di non intervenire, facendo fede ai sistemi di prevenzione e sicurezza messi in opera dalla Germania, ecco che il Belgio si e' prontamente adeguato. E' bene ricordare che questo Paese era stato il primo a chiedere misure ed a prendere provvedimenti restrittivi dell'importazione di carni tedesche, dopo che alcune partite infette erano state immesse nei suoi cicli produttivi nazionali e internazionali. Tutto in ordine? Ci si consenta di dubitare, per diversi motivi. Alla soddisfazione per la non-azione dell'Ue da parte della ministra tedesca Renate Kuenast (protezione dei consumatori e agricoltura), e alle sue affermazioni di una situazione sotto controllo, rimane sempre senza risposta quanto rilevato dal Segretario di Stato dello stesso ministero, A.Mueller: l'infezione con Nitrofen anche di farine per la panificazione, che avrebbe coinvolto 130 tonnellate di pane e panini. Dalla region!
e alsaziana francese arriva notizia che a gennaio, un mulino industriale biologico di Kauffenheim (50 Km a nord-est di Strasburgo), ha comprato sei tonnellate di grano tedesco fortemente sospetto di essere entrato in contatto con il Nitrofen (l'azienda del Baden-Wuertemberg dove e' stato comprato, non ha smentito la probabile infezione delle sue farine con il pesticida vietato). Le autorita' francesi sono mobilitate, ma ancora non si sa nulla. La minimizzazione dei problemi e' una politica non-nuova della Ue. Cosi' e' stato per anni rispetto alla Bse, dove motivazioni di equilibrio politico ebbero sempre il sopravvento su quelle sanitarie e di sicurezza dei consumatori. Noi abbiamo gia' chiesto al ministero italiano della Salute che ogni importazione di cereali, alimenti per animali e carni provenienti dalla Germania abbia un certificato ufficiale con la garanzia che non ci siano tracce di Nitrofen: un metodo sereno e disponibile che fa fede alla buona volonta' delle autorita!
' tedesche, e che mette per lo meno i puntini sulle "i" delle eventuali responsabilita'. Stiamo ancora aspettando un riscontro. E, siccome, non abbiamo equilibri politici da mantenere come la Ue, ma solo da difendere la sicurezza dei consumatori, ci sentiamo di aspettare solo ancora per poco, per poi passare all'unica possibilita' "fai da te" che esiste per il consumatore (vista la mancanza di etichette specifiche che possano informarlo anche sommariamente): il rifiuto in blocco di tutti i prodotti e derivati di carni biologiche con provenienza dalla Germania. Si tratta di una precauzione "all'ingrosso" che potrebbe penalizzare tanti prodotti non ritenuti a rischio, e frustare il consumatore nella sua liberta' di scelta. Ma allo stato dei fatti, perdurando questa situazione, e' un consiglio che vediamo dietro l'angolo.

Scheda dettagli:

Data: 24 giugno 2002
Fonte/Casa Editrice: G.E.V.A.M. O.N.L.U.S.
Categoria:
Sottocategoria:
Animali, protezione e vita

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