lun, 30 giugno 2025

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Galapagos: la Sciagura Petrolifera ha Ridotto ad un Terzo il Numero delle Iguane

La sciagura petrolifera verificatasi il 17 gennaio 2001 ha ridotto a un terzo la popolazione di iguana delle Galapagos. È quanto risulta da uno studio pubblicato di recente sulla rivista "Nature". A quella data, infatti, la petroliera Jessica versò in mare, nei pressi dell'isola di San Cristobal, il suo contenuto di carburante e olio minerale. Lo studio pubblicato da "Nature" rileva che nell'isola di Santa Fe l'anno successivo all'incidente la popolazione di iguana marine aveva subito un calo del 62%, mentre nella lontana isola di Genovesa, non toccata dalla marea nera, il numero dei rari rettili si è mantenuto invariato. Ma, soprattutto, ciò che mette in evidenza lo studio è che, a dispetto di quanto si credeva, la sciagura ambientale alle Galapagos (che sono ritenute dall'Unesco patrimonio dell'umanità e sono note per essere la "culla" della teoria evoluzionistica) non è stata evitata. Un anno fa, dopo aver eliminato il petrolio alle Galapagos, gli esperti affermarono che erano restate soltanto 44 parti per milione di petrolio, ossia concentrazioni basse per gli standard internazionali. Tuttavia, finora, non erano mai stati studiati gli effetti di questi bassi livelli di inquinanti. Se i ricercatori autori della ricerca hanno potuto farlo è grazie ai dati che avevano raccolti negli anni precedenti su due popolazioni di iguana, di cui solo una è stata in seguito colpita dalla sciagura petrolifera.
Le iguane marine sono grosse lucertole erbivore che non hanno predatori naturali e il cui principale nutrimento sono le alghe; le loro principali cause di mortalità sono la vecchiaia e la carenza di cibo. Per esempio, quest'ultima circostanza, si era verificata a causa del El Nino, negli anni '83-'88-'92 e '98 causando diminuzioni delle popolazioni, compensate negli anni seguenti dall'arrivo de La Nina.
Secondo gli scienziati, la mortalità registrata a Santa Fe è sicuramente legata al petrolio. Tuttavia essi analizzano diverse ipotesi: o l'inquinante ha avuto un effetto tossico diretto sugli animali stessi o sulle alghe di cui si nutrono, oppure il petrolio ha influito su un batterio che utilizzano per digerire le alghe, rendendo i rettili incapaci di digerire il cibo.
Secondo gli autori della ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica, bisognerebbe comunque studiare ulteriormente gli effetti negativi degli idrocarburi, e in particolare a concentrazioni ritenute basse. Inoltre, bisognerebbe allargare le ricerche ad altri luoghi ad elevato interesse naturalistico quali l'Alaska, dove il governo americano ha annunciato che intende autorizzare nuove trivellazioni petrolifere.

Scheda dettagli:

Data: 8 luglio 2002
Fonte/Casa Editrice: G.E.V.A.M. O.N.L.U.S.
Categoria:
Sottocategoria:
Animali, protezione e vita

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