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Filippine, Smottamento: per Fonti Locali è Anche Problema di Deforestazione
“Si teme che le vittime dello frana possano essere almeno 600 e che ci siano ancora molte persone sepolte sotto il terreno”: lo dice alla MISNA padre Erwin Balagapo, vicario giudiziale dell’arcidiocesi di Palo, nell’isola di Leyte, la regione dell’arcipelago filippino dove questa mattina intorno alle 10,00 locali tre piccoli villaggi (in filippino: barangay) dell’abitato di Ginsahugon sono stati travolti da uno smottamento di terreno causato dalle recenti piogge. Ricordando che il bilancio iniziale dei crolli, fornito dalla Croce Rossa locale, era di 200 vittime e 1.500 dispersi, il sacerdote ha spiegato che “la località di Ginsahugon, nel comune di St. Bernard, è da tempo a rischio frane, a causa della deforestazione illegale che viene praticata senza che né le autorità locali né il governo centrale riescano a contrastarla; anche l’anno scorso si verificò un episodio analogo”. Le pesanti precipitazioni che da una settimana si stanno abbattendo sulla zona hanno perciò avuto gioco facile nel provocare lo smottamento del terreno, che avrebbe travolto persone e abitazioni. “Siamo molto preoccupati – continua – anche perché in uno dei ‘barangay’ c’è una scuola elementare; non sappiamo ancora se l’edificio si sia mantenuto in piedi né come stanno i bambini”. L’arcidiocesi guidata da monsignor Pedro Dean, che dista oltre 150 chilometri dal luogo della tragedia, ha già provveduto ad inviare una squadra di soccorsi ‘in loco’, soprattutto per scavare tra le macerie e individuare eventuali superstiti. Anche alcuni organismi non governativi (ong) si stanno muovendo per portare i primi aiuti alle popolazioni colpite.