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Filippine: la Chiesa si Apre ad Internet
La presenza attiva della Chiesa in Internet non può che “facilitare la missione di utilizzare i moderni strumenti di comunicazione ai fini dell’evangelizzazione”. Con queste parole, il 12 maggio scorso, in occasione della 36ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, il presidente della Conferenza episcopale filippina, mons. Orlando Quevedo, ha ufficialmente inaugurato presso il Centro arcidiocesano di Manila, con la partecipazione di esponenti del mondo della comunicazione cattolica e fruitori dei mass media, CbcpWorld. A sottolineare l’avvenimento, presso la Basilica dell’Immacolata Concezione a Manila è stata celebrata una messa celebrata dal vescovo Jesus Cabrera, presidente della Commissione episcopale per le comunicazioni sociali e i mass media della Conferenza episcopale filippina (Cbcp-Catholic Bishops Conference of the Philippines). CbcpWorld (www.cbcpworld.com) è un fornitore (provider) di servizi di rete: connette cioè una serie di utenti ad una centrale comune, permette loro di scambiarsi informazioni e accedere a servizi comuni “nel modo migliore, al fine di offrire opportunità di evangelizzazione, di diffondere informazioni e rendere possibile l’incontro col messaggio cristiano”, destinato soprattutto ai giovani filippini che si sono prontamente adeguati al rapidissimo sviluppo della tecnologia informatica, alla pari degli altri giovani del mondo. Tecnologicamente all’avanguardia, CbcpWorld offre collegamenti a «banda larga» via satellite liberi da pornografia, violenza e altri contenuti negativi per la formazione dei giovani. Benché preparato da tempo, il suo lancio è stato la risposta indiretta a una specifica richiesta del Papa contenuta nel suo messaggio per la Giornata delle comunicazioni: rendere il cyberspazio un luogo in cui proclamare il Vangelo. Tre mesi dopo il suo lancio, cinque diocesi (tre sulla grande isola meridionale di Mindanao: Cotabato, Tagum e Dipolog; Maasin nella parte centrale dell’arcipelago filippino e San Fernando sull’isola principale di Luzon, a Nord) su un totale di 79 hanno già accettato di aderire a CbcpWorld. Altre diocesi e diverse congregazioni religiose si sono fatte avanti. Da un punto di vista puramente tecnico - spiega mons. Pedro Quitorio, responsabile ecclesiastico di CbcpWorld - la nostra iniziativa risulta essere un fornitore di servizi per gli utenti della rete, consentendo un accesso selettivo a collegamenti veloci, a “banda larga”. Esso gestisce appunto la possibilità di collegamenti rapidi e sicuri, attraverso un satellite, ai diversi centri di connessione, come nel caso di una diocesi. Questa diventa quindi provider per le sue parrocchie, le sue scuole e le sue stazioni radio. CbcpWorld è di conseguenza un intermediario e non un fornitore diretto di servizi Internet com’era stato invece CbcpNet, la precedente esperienza - fallimentare - con cui i vescovi filippini avevano cercato di entrare nell’universo difficile ma ricco di possibilità della rete telematica. Un fallimento dovuto in ugual modo allo scarso interesse dei potenziali utenti e agli attacchi dei molti avversari dell’iniziativa. CbcpWorld - sottolineano i responsabili - ha una propria autonomia finanziaria e gestionale rispetto all’episcopato filippino, anche se del suo vertice fanno parte diverse personalità religiose, tra cui l’arcivescovo Oscar Cruz e lo stesso mons. Quitorio. Ciò a garanzia delle finalità dell’iniziativa, che sono quelle di trasformare radicalmente la tecnologia informatica in un punto d’incontro e promozione dei valori evangelici, aprendo così nuove strategie di sviluppo dei mass media e delle comunicazioni sociali. Finalità condivise da Art Ng, laico, proprietario del gruppo delle telecomunicazioni che ha unito le forze con la Fondazione Cbcp per dare vita all’iniziativa. Forte è il suo impegno per un contenuto che copra - fra gli altri temi - catechismo, educazione, impegno sociale, diffusione delle tecnologie, sanità. Ng ha alle spalle una lunga esperienza imprenditoriale nel campo della sanità, appunto. Mentre gli impianti sono situati nell’area dell’ex base aerea di Clark, a nord di Manila, la sede di CbcpWorld è nel complesso degli uffici della Conferenza episcopale a Intramuros, l‘antico cuore coloniale di Manila. Ancora in una fase embrionale, l’iniziativa può contare su pochi collaboratori diretti da mons. Quitorio. Si tratta, nei fatti, di un’iniziativa pionieristica, in buona parte sostenuta dal dinamismo e l’entusiasmo di alcuni professionisti e di diversi volontari, tra cui seminaristi. Difficile, infatti, per ora pensare a una grande diffusione del nuovo strumento di comunicazione tra le diocesi. Il fattore economico resta rilevante anche se - sottolinea mons. Quitorio - la quota mensile versata in cambio del servizio non è alta e destinata alla sola copertura dei costi operativi. CbcpWorld è un piccolo strumento di comunicazione e il suo futuro resta incerto. Ma il suo ruolo è chiaro, come conferma mons. Oscar Cruz: “Noi abbiamo ora la possibilità e la responsabilità di unirci nell’utilizzo della tecnologia informatica per ragioni indicate dal Signore, al servizio dell’uomo. Si tratta di condividere nel mondo dell’informatica ciò che è buono, giusto e virtuoso e cercare di separarlo da ciò che è vizioso, distruttivo, erroneo e oppressivo”. (di Sonny Evangelista ©)