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Filippine: il Natale Inizia con la "Messa del Gallo"
Il Natale nelle Filippine inizia prima che sorga il sole: “La tradizione lasciata dagli spagnoli vuole che la giornata della Vigilia inizi con la ‘messa del gallo’ che viene celebrata alle quattro del mattino”. A raccontare la particolare usanza alla MISNA è padre Peter Geremia, missionario del Pontificio istituto missioni estere (Pime) da trentadue anni a Kidapawan, nell’isola di Mindanao. “E’ una messa natalizia a tutti gli effetti, riconosciuta dalla liturgia, che comprende sia i paramenti bianchi sia il canto del ‘Gloria’. La popolazione è molto affezionata a questa tradizione e anche chi durante l’anno non frequenta la Chiesa, nella giornata delle Vigilia non manca alla ‘messa del gallo’ né a quella di mezzanotte”. Racconta padre Geremia che i missionari si spostano nelle prime ore del giorno di villaggio in villaggio per celebrare questa funzione prima che sorga il sole. “Sono ore piene di gioia – continua l’intervistato, raccontando come si trascorre il resto della giornata – in cui i filippini, che amano molto fare festa, organizzano piccoli incontri sul lavoro, tra amici o a scuola, per salutarsi e scambiarsi dei doni. Anche nelle Filippine il Natale è diventato un po’ ‘commerciale’, ma nei villaggi più poveri, dove le famiglie soffrono letteralmente la fame, il giorno di Natale è anche il giorno dell’abbondanza e, come nel nostro recente passato in Europa, i festeggiamenti permettono, almeno per una volta, un pranzo abbondante. Per i villaggi delle montagne, poi, e soprattutto per i loro abitanti più giovani, le feste della natività sono un vero e proprio evento sociale oltre che religioso”. La messa più solenne resta certo quella che ricorda la natività a mezzanotte. “Durante la celebrazione, il nostro pensiero andrà alle famiglie nell’isola di Leyte i cui cari sono morti per l’inondazione di pochi giorni fa” aggiunge padre Geremia. “Tutti noi sappiamo che non si è trattato di una tragedia naturale ma della conseguenza dell’incuria e dell’avidità dell’uomo che disbosca senza criterio le foreste. Questo genere di ‘incidenti’ non sono affatto rari”. Per quanto possa sembrare strano anche le Filippine hanno i loro ‘zampognari’. “Sono i ‘tribali’ che pur non essendo cristiani scendono dalle montagne con i loro strumenti tradizionali e vestiti con i loro costumi, suonando e danzando per le vie in cambio di un’offerta in denaro” prosegue il racconto del missionario. Padre Geremia aggiunge che quest’anno le feste natalizie si sono arricchite di nuovi particolari ‘personaggi’ nelle vie, sono i candidati alle elezioni presidenziali che si terranno il prossimo anno, che pur se non dovrebbero dedicarsi a questa ‘campagna elettorale’ anticipata, già iniziano a cogliere l’occasione per farsi conoscere e organizzare ‘feste di natale’ in cui si distribuiscono beni di prima necessità, come sacchi di riso. Il momento più conviviale della vigilia scatterà dopo mezzanotte, quando , ricordata la nascita di Cristo nella preghiera, si esce dalla Chiesa diretti verso le abitazioni di amici e parenti: una lunga processione di casa in casa, chiamata ‘la noche buena’ – anch’essa un’eredità spagnola – in cui si assaggiano i cibi migliori cucinati per gli ospiti; e si prosegue così, di porta in porta di boccone in boccone, fino all’alba. “Dopo i brutti momenti passati nella prima parte dell’anno, durante l’offensiva militare governativa contro i ribelli del Fronte di liberazione islamico Moro (Milf) – ricorda padre Geremia – la gente sentiva veramente il bisogno di gioia e di serenità. Fortunatamente il cessate-il-fuoco dura da quest’estate senza gravi incidenti. Sarà che è Natale, ma sentiamo tutti più vicina la speranza di una pace duratura”.