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Enpa: per Una Pasqua Senza Uccisioni di Agnellini Innocenti
L'Enpa augura a tutti gli italiani di trascorrere una Pasqua felice, auspicando che si diffonda sempre maggiormente la cultura della festa senza uccisioni di animali. Sono milioni infatti ogni anno gli agnelli che vengono sacrificati per questo giorno, che dovrebbe essere per i fedeli un invito a rinascere e rinnovarsi e ripete, invece, anno dopo anno, lo stesso copione: animali trasportati per ore, a volte per giorni, su strade che spesso non vedono neppure, stipati senza cibo né acqua, per giungere ai macelli di destinazione, dove li attendono le ultime, atroci sofferenze. Nel 2005, per il solo mese di marzo sono stati macellati 928.261 animali, tra ovini e caprini (fonte Istat); una cifra che ammonta al doppio del "normale" ritmo di macellazione, come attestano i dati del febbraio 2005, che ne ha visti uccidere "soltanto" 451.450; il picco corrisponde ogni anno con il periodo immediatamente precedente la domenica di Pasqua.
Il Cristianesimo si è distinto, fin dalla sua prima diffusione, per la sua connotazione di amore nei confronti di ogni essere vivente e molti dei Santi raffigurati nell'iconografia sacra sono accompagnati da un animale che è stato loro amico in vita; il patrono italiano, l'Enpa ricorda, è San Francesco, che rispettava e amava gli animali in quanto creature di Dio. Celebrare la Pasqua con un menu vegetariano è un modo per santificare la festa senza sporcare di sangue una ricorrenza che acquista un sapore molto più importante se arricchita da una ulteriore valenza etica che ben si accosta al messaggio cristiano di amore universale; non uccidere gli animali - in particolare gli agnelli, vittime predilette di questa ricorrenza - e nutrirsi con alimenti di origine vegetale fa inoltre bene alla salute, come dietologi esperti continuano a ribadire verificando come la scelta vegetariana previene alcune tra le più diffuse malattie nei Paesi occidentali.
"Che tenero! E se ci metti le patate è proprio la morte sua" si dice dell'agnello che fa da testimonial per la fortunata campagna Enpa contro la strage degli innocenti che avviene in questi giorni; la battuta è gradevole e leggera, ma la sofferenza provata dagli animali è reale e ogni persona è in grado di fare qualcosa per salvare un agnello dalle tavole imbandite, astenendosi dall'acquistarlo e dal mangiarlo. Non condannare un animale a diventare un arrosto, almeno per questa festa che simboleggia un sacrificio e un dono di amore, potrebbe essere l'occasione adatta per riscoprire il senso di una celebrazione che più che mangereccia dovrebbe essere spirituale.
Il Cristianesimo si è distinto, fin dalla sua prima diffusione, per la sua connotazione di amore nei confronti di ogni essere vivente e molti dei Santi raffigurati nell'iconografia sacra sono accompagnati da un animale che è stato loro amico in vita; il patrono italiano, l'Enpa ricorda, è San Francesco, che rispettava e amava gli animali in quanto creature di Dio. Celebrare la Pasqua con un menu vegetariano è un modo per santificare la festa senza sporcare di sangue una ricorrenza che acquista un sapore molto più importante se arricchita da una ulteriore valenza etica che ben si accosta al messaggio cristiano di amore universale; non uccidere gli animali - in particolare gli agnelli, vittime predilette di questa ricorrenza - e nutrirsi con alimenti di origine vegetale fa inoltre bene alla salute, come dietologi esperti continuano a ribadire verificando come la scelta vegetariana previene alcune tra le più diffuse malattie nei Paesi occidentali.
"Che tenero! E se ci metti le patate è proprio la morte sua" si dice dell'agnello che fa da testimonial per la fortunata campagna Enpa contro la strage degli innocenti che avviene in questi giorni; la battuta è gradevole e leggera, ma la sofferenza provata dagli animali è reale e ogni persona è in grado di fare qualcosa per salvare un agnello dalle tavole imbandite, astenendosi dall'acquistarlo e dal mangiarlo. Non condannare un animale a diventare un arrosto, almeno per questa festa che simboleggia un sacrificio e un dono di amore, potrebbe essere l'occasione adatta per riscoprire il senso di una celebrazione che più che mangereccia dovrebbe essere spirituale.