Secondo uno studio compiuto da un gruppo di ricercatori dell'Università del Michigan e della Princeton University, pare dimostrare che "l'effetto placebo" abbia veramente delle azioni sulle strutture cerebrali che rispondono al dolore. Un gruppo di volontari si è sottoposto ad un esperimento in cui subivano sessioni di scariche elettriche o sbalzi di temperatura, talvolta dolorosi anche se innocui. Percepivano il dolore meno intensamente quando veniva loro applicata una crema assolutamente inefficace ma presentata dagli scienziati come antidolorifica. La risonanza magnetica dimostrava l'attivazione della corteccia prefrontale, data dalla convinzione di sentire sollievo, che darebbe poi vita ad una ridotta attività del talamo e altre zone cerebrali del dolore. Kenneth L. Casey dell'Università del Michigan ritiene che questa scoperta dia una nuova importanza terapeutica al placebo e che il rapporto tra medico e paziente debba essere preso in maggior considerazione. Oltre al trattamento farmacologico dovuto, il medico dovrebbe quindi infondere ottimismo e grande aspettativa nel paziente in modo da accellerarne il processo di guarigione.