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Dune ed Effetto Serra
Deserti in movimento in Africa meridionale a causa del riscaldamento climatico. L'allarme arriva da un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” dal geografo David Thomas dell'Università di Oxford in Gran Bretagna che ha simulato al computer che cosa succederebbe ai deserti se le temperature continuassero a salire con i ritmi che hanno seguito fino a oggi.
I risultati sono preoccupanti: i primi deserti a mettersi in modo sarebbero quelli del Botswana e della Namibia entro il 2040. Poi toccherà a quelli dell'Angola, dello Zimbabwe e dello Zambia attorno al 2070 per finire con una ripresa generale del movimento delle dune di sabbia dal Sud Africa all'Angola entro la fine del secolo. Tutto questo avrà un pesante effetto sull'economia dei paesi interessati, dal momento che il deserto si mangerà terreni coltivabili in abbondanza.
Ovviamente le dune non si spostano nel senso vero e proprio del termine. Al contrario vengono smantellate, granello per granello, dai venti e ricostruite poco più in là. Di solito però le dune sono ancorate al suolo: e così è ancora oggi per quelle dei deserti africani meridionali. Di fatto sono rimaste stabili negli ultimi 10 000 anni e sono oggi sfruttate nella povera agricoltura e pastorizia di quelle regioni. Il motivo della stabilità è molto semplice e dipende dalla presenza di vegetazione sulle pareti delle colline di sabbia. Se circa il 14% della superficie della duna è coperta da arbusti e erbe, la capacità del vento di spostare i granelli di sabbia è ridotta.
Secondo Thomas, il riscaldamento globale romperà questo equilibrio. L'aumento delle temperature nelle regioni tropicali comporterà un aumento dell'erosione delle dune da parte dei venti. Alcune previsioni suggeriscono che l'erosione raddoppierà in Africa australe entro il 2100 e negli Stati più settentrionali della regione potrebbe addirittura quadruplicarsi. Questo accadrà perché si ridurranno le precipitazioni in modo tale che la vegetazione che funge da ancora per le dune a poco a poco scomparirà. Anche se le precipitazioni non dovessero diminuire o al contrario aumentassero di poco, ad aumentare sarebbe comunque l'evaporazione dell'umidità dal suolo a causa delle temperature più alte. E le piante morirebbero ugualmente. Questa notizia è stata diffusa dall'agenzia “ZadiG”.
I risultati sono preoccupanti: i primi deserti a mettersi in modo sarebbero quelli del Botswana e della Namibia entro il 2040. Poi toccherà a quelli dell'Angola, dello Zimbabwe e dello Zambia attorno al 2070 per finire con una ripresa generale del movimento delle dune di sabbia dal Sud Africa all'Angola entro la fine del secolo. Tutto questo avrà un pesante effetto sull'economia dei paesi interessati, dal momento che il deserto si mangerà terreni coltivabili in abbondanza.
Ovviamente le dune non si spostano nel senso vero e proprio del termine. Al contrario vengono smantellate, granello per granello, dai venti e ricostruite poco più in là. Di solito però le dune sono ancorate al suolo: e così è ancora oggi per quelle dei deserti africani meridionali. Di fatto sono rimaste stabili negli ultimi 10 000 anni e sono oggi sfruttate nella povera agricoltura e pastorizia di quelle regioni. Il motivo della stabilità è molto semplice e dipende dalla presenza di vegetazione sulle pareti delle colline di sabbia. Se circa il 14% della superficie della duna è coperta da arbusti e erbe, la capacità del vento di spostare i granelli di sabbia è ridotta.
Secondo Thomas, il riscaldamento globale romperà questo equilibrio. L'aumento delle temperature nelle regioni tropicali comporterà un aumento dell'erosione delle dune da parte dei venti. Alcune previsioni suggeriscono che l'erosione raddoppierà in Africa australe entro il 2100 e negli Stati più settentrionali della regione potrebbe addirittura quadruplicarsi. Questo accadrà perché si ridurranno le precipitazioni in modo tale che la vegetazione che funge da ancora per le dune a poco a poco scomparirà. Anche se le precipitazioni non dovessero diminuire o al contrario aumentassero di poco, ad aumentare sarebbe comunque l'evaporazione dell'umidità dal suolo a causa delle temperature più alte. E le piante morirebbero ugualmente. Questa notizia è stata diffusa dall'agenzia “ZadiG”.