Notizie
Djembè: il Ritmo dell'Africa Contagia il Mondo
La musica del Continente Nero va di moda. Anche in Italia. I megastore sono pieni di dischi provenienti da ogni parte dell'Africa. E nelle maggiori città italiane non si contano i corsi di danza e di musica dedicati al cosiddetto african sound. Una crescente attenzione da parte di giovani e non, si è concentrata verso l'affascinante mondo delle percussioni e, in particolare, verso il djembé. Uno strumento che, più di altri, permette di ritornare alla Madre Africa: terra da cui ha origine il cammino dell'uomo e luogo dove le prime espressioni musicali hanno preso forma. Il djembé, come tutti i tamburi, appartiene alla famiglia dei membranofoni, chiamati così in quanto i suoni derivano dalla vibrazione, per pressione o percussione, di una membrana sottoposta a tensione. La tipica forma a calice è ottenuta intagliando un pezzo unico di legno, ricavato dagli alberi di tek. Una volta montata, la membrana in pelle (generalmente di capra o antilope) viene lasciata essiccare, in modo da aumentarne la tensione per ottenere i suoni voluti dal djembéfola (il suonatore di djembé). Sempre più spesso, ai bordi della parte superiore, vengono applicate appendici metalliche, di ferro o latta, le cui vibrazioni rinforzano e prolungano il suono del djembé, creando quello stile poliritmico tipico della tradizione musicale mandinga. Individuare l'esatta origine del djembé non è così semplice. La colonizzazione e la successiva nascita degli stati-nazione africani, hanno alterato gli originari confini territoriali, rendendo difficile stabilire una precisa localizzazione dello sviluppo di questo strumento. Molti racconti orali lasciano poi supporre che, in tempi remoti, solo ad una minoranza di "iniziati" fosse permesso di apprendere l'arte del djembé. La questione della sua origine inoltre si complica se si considera che, ancora oggi, in molti villaggi dell'Africa Occidentale, la sua denominazione cambia. Come spiega Mario Frascotti - percussionista e socio fondatore dell'Associazione Tubabu - "In alcuni villaggi al confine fra il Mali e il Burkina Faso, il djembé viene chiamato iripò, in altri bibirì. Gli studiosi usano attribuire al djembé un'origine mandinga: fu infatti durante il XIII secolo, all'epoca della fondazione dell'Impero del Mali, che il suo uso venne reso popolare in Africa Occidentale". Un'antica massima del popolo Hutu recita: "Il proverbio assomiglia al tam-tam" (si veda L'Africa che canta la vita di Shamuana Mabenga Jonas), ovvero ogni suono prodotto daltamburo, così come ogni parola, ha un suo specifico significato. Un parallelismo perfetto che indica come ogni ritmo del djembé trasmetta un messaggio preciso. Questo è particolarmente vero in Africa, dove la musica scandisce il percorso esistenziale dell'uomo. I suonatori di djembé creano sonorità energiche, ricche di vibrazioni avvolgenti o intimiste, a seconda che si tratti di cerimonie festose o riti sacri. Anche le danze delle maschere sono spesso accompagnate dal djembé, i cui ritmi hanno la funzionedi avvicinare gli uomini agli spiriti della natura e al mondo degli antenati, al fine di celebrare il raccolto, invocare le piogge o festeggiare l'ingresso nel nuovo anno. I suoni del djembé iniziarono a raggiungere l'Europa alla fine degli anni '50, grazie alle esibizioni di ensemble di percussionisti e danzatori provenienti, in particolare, dalla Guinea. Uno dei primi gruppi ad approdare nel vecchio continente con una serie di fortunate tournée fu il Ballets Africains (diretto da Fodéba Keita). Un buon successo lo ottenne anche il Ballet Djoliba, dal quale emerse Mamady Ke?ta, considerato ancora oggi tra i migliori percussionisti in circolazione. Negli ultimi 15 anni, il djembé è divenuto popolare in Europa, grazie ai numerosi immigrati del Senegal, Burkina Faso e Guinea, che hanno contribuito a esportare anche da noi la magia seducente del sound mandingo. Perché il djembe piace tanto ? Perché fa star bene, verrebbe da dire. Infatti molti si avvicinano a questo strumento per rifuggire dallo stress, ritrovare equilibrio e armonia. L'energia sprigionata dai suoni del djembé e la libertà di danzare in sintonia con il proprio corpo, permettono infatti di far affiorare la vitalità e l'istinto, soffocati talvolta da schemi comportamentali rigidi e chiusi. Alcune associazioni italiane, oltre ad organizzare corsi di percussione e danze afro, propongono viaggi culturali in Africa Occidentale, la culla del djembé: chi è interessato a parteciparvi deve contattare gli organizzatori. (di Silvia Turrin ©)