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Distrofia: Muscoli e Genetica
Nel corpo umano esistono tre tipi di muscoli: i muscoli lisci che sono involontari e formano le pareti degli organi interni, quelli striati volontari o scheletrici, il terzo tipo di muscolo che è rappresentato dal miocardio o muscolo cardiaco con caratteristiche intermedie tra quelle dei muscoli scheletrici e quelle dei muscoli lisci. I muscoli striati sono in grado di adattarsi alle esigenze dell'organismo, possono aumentare di dimensioni se sottoposti ad esercizio continuo, ma possono subire una diminuzione a causa del disuso o a causa dell'età, questa riduzione si verifica in tutti i mammiferi e forse deriva dall'incapacità di riparare ai danni dovuti all'usura.
I mutamenti che subiscono i muscoli a causa dell'età, sono simili a quelli provocati dalla distrofia muscolare. Sono stati fatti numerosi studi per individuare nuovi metodi per combattere i problemi degenerativi dei muscoli, dovuti a malattie come la distrofia e l'aids oppure alla vecchiaia. La miostatina è una proteina presente in tutti gli animali e negli uomini, La dott.ssa Mridula Sharma e il marito, Ravi Kambadur, di Ruakara hanno scoperto che quando il gene miostatina, che produce l'omonima proteina, è inattivo, i muscoli crescono con più facilità e velocità, secondo Kambadur, quando nei topi viene neutralizzata la proteina, è possibile notare una crescita di “cellule satellite” pronte a riparare il muscolo in caso di danneggiamento.
Le “cellule satellite” rispondono al fattore di crescita insulino-simile I o IGF-I mentre un diverso fattore regolatore della crescita, la miostatina, ne inibisce la proliferazione. Tenendo presente questo un gruppo di ricercatori dell'università della Pennsylvania assieme a Nadia Rosenthal della Harvard University hanno cercato di utilizzare IGF-I per modificare la funzionalità dei muscoli. Un ostacolo nell’usare la terapia genica consiste nella difficoltà di inserire il gene nel tessuto desiderato.
Il problema sembrava di difficile risoluzione, mentre ora un gruppo di ricercatori della University of Pennsylvania, guidati da Lee Sweeney ha iniettato nei ratti un virus che trasporta un gene all'interno delle cellule muscolari con lo scopo di produrre Igf-I, l'ormone della crescita, questo virus viene chiamato AAV, infetta i muscoli del uomo ma non causa nessuna malattia. Dopo aver iniettato in topi giovani AVV al quale era stato unito IGF-I, si è notato che le dimensioni dei muscoli e la velocità della loro crescita erano aumentati del 15-30% rispetto al normale; Igf-I consentirebbe inoltre il mantenimento della massa muscolare sviluppata anche interrompendo l'allenamento. Questo virus non viene individuato né nelle urine né nel sangue, e questo renderebbe inutili i controlli antidoping, in più il gene una volta entrato nel muscolo umano sarebbe identico a quello naturale.
Il passaggio tra le cavie e l'uomo non è semplice dato che esperimenti simili hanno portato alla morte un paziente e 2 ragazzi hanno sviluppato una forma di leucemia. Ufficialmente questi studi sono volti a curare mali come la distrofia muscolare, ma il passo per un nuovo tipo di doping è veramente breve... gli atleti di domani potrebbero potenziare i propri muscoli non solo con l'allenamento ma anche con i geni. La tecnologia non è ancora sufficientemente sviluppata e sicura, si spera che questi ritrovati non vengano usati per migliorare le prestazioni atletiche, ma per aiutare la medicina. di Donata Allegri
I mutamenti che subiscono i muscoli a causa dell'età, sono simili a quelli provocati dalla distrofia muscolare. Sono stati fatti numerosi studi per individuare nuovi metodi per combattere i problemi degenerativi dei muscoli, dovuti a malattie come la distrofia e l'aids oppure alla vecchiaia. La miostatina è una proteina presente in tutti gli animali e negli uomini, La dott.ssa Mridula Sharma e il marito, Ravi Kambadur, di Ruakara hanno scoperto che quando il gene miostatina, che produce l'omonima proteina, è inattivo, i muscoli crescono con più facilità e velocità, secondo Kambadur, quando nei topi viene neutralizzata la proteina, è possibile notare una crescita di “cellule satellite” pronte a riparare il muscolo in caso di danneggiamento.
Le “cellule satellite” rispondono al fattore di crescita insulino-simile I o IGF-I mentre un diverso fattore regolatore della crescita, la miostatina, ne inibisce la proliferazione. Tenendo presente questo un gruppo di ricercatori dell'università della Pennsylvania assieme a Nadia Rosenthal della Harvard University hanno cercato di utilizzare IGF-I per modificare la funzionalità dei muscoli. Un ostacolo nell’usare la terapia genica consiste nella difficoltà di inserire il gene nel tessuto desiderato.
Il problema sembrava di difficile risoluzione, mentre ora un gruppo di ricercatori della University of Pennsylvania, guidati da Lee Sweeney ha iniettato nei ratti un virus che trasporta un gene all'interno delle cellule muscolari con lo scopo di produrre Igf-I, l'ormone della crescita, questo virus viene chiamato AAV, infetta i muscoli del uomo ma non causa nessuna malattia. Dopo aver iniettato in topi giovani AVV al quale era stato unito IGF-I, si è notato che le dimensioni dei muscoli e la velocità della loro crescita erano aumentati del 15-30% rispetto al normale; Igf-I consentirebbe inoltre il mantenimento della massa muscolare sviluppata anche interrompendo l'allenamento. Questo virus non viene individuato né nelle urine né nel sangue, e questo renderebbe inutili i controlli antidoping, in più il gene una volta entrato nel muscolo umano sarebbe identico a quello naturale.
Il passaggio tra le cavie e l'uomo non è semplice dato che esperimenti simili hanno portato alla morte un paziente e 2 ragazzi hanno sviluppato una forma di leucemia. Ufficialmente questi studi sono volti a curare mali come la distrofia muscolare, ma il passo per un nuovo tipo di doping è veramente breve... gli atleti di domani potrebbero potenziare i propri muscoli non solo con l'allenamento ma anche con i geni. La tecnologia non è ancora sufficientemente sviluppata e sicura, si spera che questi ritrovati non vengano usati per migliorare le prestazioni atletiche, ma per aiutare la medicina. di Donata Allegri