lun, 21 luglio 2025

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Contro il Proibizionismo nella Lotta Contro le Nocività

Manifesto contro il proibizionismo nel campo della prevenzione primaria e della lotta contro le nocività. Come Gruppo GEVAM ONLUS non possiamo che condividere il contenuto del testo che vi proponiamo, in quanto per esperienza sappiamo benissimo che le cose stanno esattamente come sono descritte, e noi facendo vigilanza ambientale siamo tra le vittime del sistema che vorrebbe metterci in condizioni di non nuocere agli interessi costituiti ...
Fonte: ATTAC Italia, Granello di sabbia, mailto:redazione@attac.org http://attac.org/indexit.htm
Di Michelangiolo Bolognini (testo presentato alla Commissione Ambiente e Salute)
Innumerevoli spettri si aggirano in questi luoghi non ancora sufficientemente saccheggiati e desolati: oscurantisti increduli delle meravigliose possibilità della scienza e della tecnica, irrazionali e timorosi delle indimostrate conseguenze negative di questo sviluppo sostenuto e da sostenere, succubi di indifendibili ideologie arcadiche o egualitarie, in sintesi: i seguaci del nuovo proibizionismo della ricerca scientifica in Italia, coloro che sono dalla parte sbagliata nell'eterna lotta tra il bene ed il male, tra la luce e le tenebre. La realtà non è poi così chiara e lineare, esistono modalità di proibizionismo più sottili ed efficaci ma anche più subdole ed insidiose di una franca ed aperta discussione politica e giuridica come quella a cui assistiamo in questo periodo nel campo della "ingegneria genetica," impropriamente definita come "biotecnologia".
L' esempio che può essere illuminante, riguarda le modalità di gestione delle nocività, con le loro ripercussioni in campo economico, politico e culturale. Negli anni settanta del passato secolo abbiamo avuto, nel nostro paese, una elevata comprensione e consapevolezza dei legami che esistono tra le malattie dell'uomo e dell'ambiente, con l'organizzazione politica ed economica, questo per merito di alcune figure di eccezione come Giulio Maccacaro o Franco Basaglia, e soprattutto per un vasto movimento politico e culturale, che nasceva dal basso, con la richiesta di rendere effettivo il diritto alla salute per l'uomo e per l'ambiente, con l'elaborazione, anche di buon livello scientifico, di strumenti e metodi contro le cause di nocività finalizzati alla loro drastica riduzione o alla loro eliminazione: la prevenzione primaria. E' assai diverso parlare di lotta ai cancerogeni invece che di lotta al cancro: si assume il fatto, - e se ne è consapevoli - che la lotta contro le nocività comincia da dove e come viviamo; di conseguenza cercheremo di eliminare, razionalmente, le sostanze cancerogene dai cicli produttivi e dalle attività di servizio, tenendo anche conto delle notevoli potenzialità di avanzamento tecnologico e scientifico che questa scelta comporta, focalizzeremo inoltre l'attenzione su come le malattie colpiscono le diverse comunità dando importanza alla ricerca connessa ai rischi per la salute.
La guerra al cancro, iniziata, non lo dimentichiamo, dal presidente Nixon nel 1971, presuppone, al contrario, la lotta contro una entità esterna, indefinita ed intrinsecamente maligna, presuppone la separazione tra salute ed ambiente, si carica di molti aspetti di fanatismo e di oscurantismo, nel percorrere solo alcune possibili campi di ricerca ignorandone ed occultandone molti altri. Questa guerra, che prevedeva la sconfitta del cancro entro il 2000 è stata, con tutta evidenza, perduta,: non solo negli ultimi 20 anni l'incidenza del cancro è aumentata di oltre il 20%, la probabilità di contrarre un cancro nel corso della vita è oramai prossima, nel nord del mondo, al 50%. Occorre riflettere sulle ragioni di questo fallimento proprio in questo periodo, quando si ripropongono, con lo stesso trionfalismo e con lo stesso cieco fideismo, temi analoghi, enfatizzando, in modo sproporzionato rispetto alle reali possibilità di intervento efficace, la ricerca genetica, compreso il ramo applicativo ingegneristico nel campo farmaceutico. Ma anche altri, nuovi e più inquietanti oscurantismi si affacciano: la mancanza di libera circolazione delle informazioni scientifiche a causa di un uso aberrante ed ingiustificato dei diritti di proprietà intellettuale e di brevettabilità, aspetto questo tanto grave quanto sottaciuto proprio da chi si mostra insofferente a discussioni aperte e libere sull'uso ed il senso della ricerca.
In una società con risorse finite, lo scegliere una strada comporta necessariamente il ridimensionamento o l'esclusione delle altre possibili alternative. Le giustificazioni di molte, troppe scelte, si ritrovano più nelle logiche interne di un apparato che non rende mai ragione della propria efficienza, efficacia ed utilità, che nella corretta valutazione delle strategie alternative in campo. La prevenzione primaria, come insieme di conoscenze scientifiche e di tecniche interdisciplinari, è stata, - ed è - la vittima di questa strategia di lungo periodo che ha puntato tutto sulla ricerca in campo terapeutico, con i risultati fallimentari che sono facilmente dimostrabili proprio dall'incremento di ciò che, con questi mezzi, si voleva combattere. Si riportano di seguito le azioni concrete con cui si impedisce la prevenzione primaria delle malattie riconducibili a quattro categorie di azioni così come si stanno attuando nel nostro paese: Ignorare le cause delle malattie Sviare le ricerche epidemiologiche dallo studio sui rischi per la salute nei luoghi di vita e di lavoro Enfatizzare le ricerche genetiche ai fini terapeutici imponendo un modello culturale fuorviante sulle cause delle malattie Enfatizzare i rischi individuali e "volontari" rispetto ai rischi collettivi e "involontari" "Riformare" Università ed Istituzioni scientifiche avendo come unica priorità il sostegno alla produzione. Inventare la "bioetica" per coprire le conseguenze inumane di modelli economici e politici. Impedire i controlli tagliare i fondi e/o personale alle strutture dedicate in modo professionale alla vigilanza e al controllo ignorare o minimizzare gli aspetti sanitari dei rischi sul territorio impedire il pluralismo dei controlli nei confronti di chi è causa di rischi e di danno "superare" il metodo del "comando-controllo" mediante autocontrolli, "etichette ecologiche" ed accordi di programma, permettendo così di inquinare e di danneggiare passare dalle strutture pubbliche che devono far rispettare le leggi, alle agenzie di governo che sono il supporto alla parte che governa. Impedire i divieti dalla V.I.S. (Valutazione di Impatto Strategico) alla V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) enfatizzando il dato ambientale a scapito di ogni altro aspetto rilevante la V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) "tutta ambientale", ignorando la componente di impatto sulla salute umana la "responsabilizzazione" dei funzionari pubblici, che non dovranno mai dire di no a chi propone, nel proprio interesse, scempi territoriali e sanitari la concertazione delle pianificazioni, ignorando i diritti e gli interessi di chi abita il territorio la tutela del produttore e non del consumatore, impedendo anche le normali dinamiche di mercato l'abolizione del Ministero della Sanità e il ridimensionamento delle strutture tecniche centrali (ISPESL) Andare avanti, ad ogni costo, con questo modello, enfatizzare la cosiddetta "proprietà intellettuale", questo sì, con strumenti di comando-controllo, impedire divieti di natura sanitaria al commercio, attuati dall'Organizzazione Mondiale del Commercio, tecnica della valutazione a "costo pieno" , ma fino ad un certo punto, principio del "chi inquina paga" (meglio se molto poco ... intanto può inquinare), ideologia dello "sviluppo sostenibile" alla produzione: Agende 21, ISO 1400, EMAS
Quando il meccanismo, questo modello, si incepperà, tutto sembrerà perduto: è questa la trappola del paradigma che fa diventare economia e produzione fine ultimo, invece che strumento per un maggiore benessere di ognuno. Tutto questo insieme alla concreta possibilità che la ricchezza promessa non risulti essere altro che la maschera di vecchie e nuove nocività che saranno le conseguenze di scelte sempre meno obiettivamente ponderate e razionalmente giudicate. Per questo lanciamo, come persone libere da pregiudizi ed da interessi particolari, l'appello contro il proibizionismo nel campo della prevenzione primaria e della lotta contro la nocività, impegnandoci a denunciare tutte le azioni che contribuiscono ad incrementare, nel nostro tempo e nei nostri territori, danni e nocività nei confronti dell'uomo e dell'ambiente.

Scheda dettagli:

Data: 5 aprile 2002
Fonte/Casa Editrice: G.E.V.A.M. O.N.L.U.S.
Categoria:
Sottocategoria:
Terme e Beauty Farm

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