Non sono esseri umani ma primati mai osservati prima di oggi. La specie, incrocio fra scimpanzè e oranghi, sono carnivore, alte fino a 2 metri e in grado di uccidere persino un leone. A darne notizia, attraverso la prestigiosa rivista “New Scientist”, è stata la primatologa inglese Shelly Williams che va detto essere, almeno per ora, la sola testimone oculare. Il gigantesco primate, osservato esclusivamente nella Repubblica Democratica del Congo, sarebbe caratterizzato da un muso simile a quello dei gorilla e da una natura furba, che per molti versi ricorda quella degli scimpanzè.
Secondo quanto dichiarato dall'esperta, la scoperta risale a poco meno di 2 anni fa. Recatasi per un'esplorazione in una foresta del nord della Repubblica Democratica del Congo, dopo aver localizzato dei giacigli simili a quelli tipici dei gorilla, si è trovata a pochissima distanza da questi giganti. “Quattro grossi esemplari sono usciti all'improvviso dai cespugli – ha raccontato Williams, non nascondendo di essersi spaventata – e sono corsi verso di me. Se fosse stata una carica di avvertimento, come fanno di solito i gorilla, sarebbero arrivati urlando e battendosi il petto, invece questi animali erano calmi. Si trattava di cacciatori in cerca di prede. Me li sono trovata proprio di fronte, ma quando mi hanno visto si sono fermati un momento e poi sono scomparsi”.
Le testimonianze della primatologa, che ha promesso alla stampa di rilasciare maggiori informazioni già la prossima settimana, ha lasciato a dir poco sconcertati gli zoologi di tutto il mondo. Le nuove scimmie, infatti, potrebbero essere una nuova specie di primati, scimpanzè giganti oppure, possibilità non esclusa dai ricercatori, degli esseri ibridi nati da un incrocio fra scimpanzè e gorilla. Certo studiare questo primate non sarà cosa facile. La zona in cui sono state individuate le enormi scimmie è una tra le più pericolose del paese. “Guerriglieri e cacciatori di frodo – spiegano i ricercatori - regnano sovrani”.
Per facilitare un possibile secondo ritorno sul luogo i ricercatori stanno ora attuando un programma di sensibilizzazione nei confronti delle autorità locali. Per il “New Scientist”, questi nuovi giganti della foresta, potrebbero essere la chiave che permetterà all’essere umano di carpire preziose informazioni sui nostri parenti più stretti, i primati.