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Congo: per Favorire il Dialogo Nasce la ‘Coalizione Cristiana’
Con l’obiettivo di “far dialogare i cristiani” e “ricostruire la Repubblica democratica del Congo per una pace duratura nella regione dei Grandi Laghi” è nata la ‘Coalizione cristiana’, su iniziativa dei dirigenti della principali confessioni religiosi del Paese, tra cui cattolici, protestanti, chiesa del Risveglio del Congo, chiese indipendenti. Per una settimana hanno dibattuto al ‘Grand Hotel’ della capitale Kinshasa sul ruolo dei cristiani nella difficile fase di transizione dell’ex-Zaire, che cerca faticosamente di uscire dalla guerra del 1998-2003 per approdare alla normalità democratica, come da tempo chiede la società civile. Suddivisi in sei commissioni, i delegati hanno analizzato – tra l’altro – il ruolo della famiglia in Congo, lo ‘stato dei fatti’ del Paese e la convivenza pacifica dei popoli nell’area dei Grandi Laghi. Nel giorno di apertura del convegno, per la chiesa cattolica è intervenuto monsignor Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kisangani e presidente della Conferenza episcopale congolese (Cenco). Dopo aver collocato l’impegno politico dei cristiani all’interno del quadro di riferimento del Concilio Vaticano II e del magistero dei Papi (da Paolo VI a Giovanni Paolo II fino all’allora prefetto per la Dottrina della Fede cardinale Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI), Monsengwo osserva: “È alla base di questi principi che la chiesa può incoraggiare il progetto di una ‘Coalizione cristiana”. A una condizione, precisa però l’arcivescovo di Kisangani, una delle figure di spicco della Chiesa cattolica in tutto il continente: “Che non sia solo una corsa al potere”, ma piuttosto “un’alleanza indissolubile della politica con l’etica”. Secondo Monsengwo la nuova formazione civica “e il potere che essa ricerca, devono essere concepiti in funzione di una società pluralista dove, nella tolleranza, nella coesione nazionale e nel rispetto delle libertà fondamentali, tutti promuovano valori autentici di uno Stato di diritto”. Per il presidente dei vescovi congolesi – che dopo il discorso nella seduta d’apertura non è più intervenuto – è evidente “che una coalizione politica di ispirazione cristiana non deve diventare in modo automatico il ‘braccio secolare’ della Chiesa”. Contrastanti, per ora, i primi commenti sulla stampa locale alla nuova formazione, da alcuni considerata già un nuovo soggetto politico anche in vista delle elezioni presidenziali appena posticipate di sei mesi (e probabilmente destinate a un’ulteriore proroga semestrale): i giornali di Kinshasa si dividono tra chi esprime curiosità e chi, senza nascondere perplessità di fronte a un agglomerato di forze eterogenee ancorché riunite in nome dall’appartenenza cristiana, invita alla cautela.