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Congo: Ecologisti Convincono Ribelli a Eliminare i Gorilla di Montagna dal loro Menù
La fiducia negli esseri umani è costata cara a Kerema, uno dei due esemplari di gorilla di montagna dal manto argenteo uccisi e mangiati dai ribelli dell’ex generale Laurent Nkunda nel parco nazionale del Virunga, nella Repubblica democratica del Congo. Karema era stato spesso in contatto con i ranger del parco e con gli studiosi, così non si è insospettito troppo quando ha visto avvicinarsi gli uomini in divisa mimetica, che hanno poi aperto il fuoco. Ugualmente tranquilli però non devono essere stati due ecologisti dell’Africa Conservation Fund e Frankfurt Zoological society quando hanno visto scendere dalle colline di Jomba, un area abitata dai gorilla e vicina alle roccaforti dei ribelli, un gruppo di miliziani con armi pesanti e qualcuno di essi imbracciando anche una lancia. La sorte dei gorilla di montagna è stato il motivo di questo inusuale incontro tra ribelli ed ecologisti, questi ultimi scortati da un colonnello dell’esercito congolese e un colonnello della missione Onu in Congo (Monuc), e di cui danno notizia gli stessi naturalisti nel blog wildlifedirect.org . Da mesi i naturalisti e gli operatori del Parco del Virunga denunciavano le uccisioni dei rari primati e di altri animali selvatici da parte dei miliziani in cerca di cibo. Una notizia che è rimbalzata nel circuito mediatico internazionale con l’effetto, del tutto inatteso anche dagli stessi naturalisti, di spingere i ribelli a chiedere un incontro. Per oltre un’ora i due ecologisti hanno parlato con i miliziani, spiegando l’importanza della fauna selvatica ottenendo dal colonnello Makenda, delle truppe di Nkunda, l’impegno a evitare queste uccisioni. Makenda ha anche acconsentito che una pattuglia di ranger del parco nazionale possa circolare nella zona per controllare come stanno i gorilla, senza temere aggressioni dai miliziani. Nel mondo rimangono solo 700 gorilla di montagna di cui 350 nel l’area di frontiera tra Congo, Ruanda, Uganda. Benché tra gli animali, questi primati abbiano la precedenza per la loro rarità, va ricordato che anche i più prosaici ippopotami non se la passano bene. Lo scorso anno sono stati uccisi dai ribelli 400 ippopotami nel parco Virunga ed ora ne restano solo 900. Una mattanza iniziata con la guerra civile nel 1998 quando gli ippopotami erano 22.000, ma che pure non può essere lontanamente paragonata alle centinaia di migliaia di vite umane perse in quegli anni: fino a 3 milioni e mezzo di persone morte per il conflitto e per le conseguenze ad esso legate in quello che è stata defnita la “prima guerra mondiale africana”. A questo punto è lecito domandarsi quando i miliziani di Nkunda, che continuano a seminare morti e terrore nei distretti del nord e sud Kivu, accetteranno di smettere di sparare anche agli essere umani.