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Compleanno Enpa: 135 Anni fa, Giuseppe Garibaldi Fondava la Societa' Protettrice degli Animali
Centotrentacinque anni fa, a Torino, Giuseppe Garibaldi, Anna Winter e Timoteo Riboldi fondavano la "Società Protettrice degli Animali contro i mali trattamenti che subiscono dai guardiani e dai conducenti". Si tratta della prima società zoofila italiana che, negli anni, è diventata Enpa - Ente Nazionale Protezione Animali.
Per gli storici, l'atto che sancisce la volontà fondativa della "Società protettrice degli animali" è una lettera che Garibaldi scrisse il 1° aprile del 1871 da Caprera. La lettera era indirizzata a Timoteo Riboldi, medico personale di Garibaldi, nella quale si chiedeva a Riboldi di predisporre gli atti necessari per fondare la società, la cui presidenza onoraria sarebbe dovuta andare alla signora Anna Winter. "La nostra società - dirà Riboldi poche settimane dopo - non si occuperà mai né di politica né di religione, ma solo di proteggere gli animali contro i maltrattamenti, come mezzo di educazione morale e di miti costumi".
I soci, che si distinguevano in effettivi, benemeriti ed onorari, dovevano portar "seco un distintivo per farsi conoscere e rispettare dai conduttori genti municipali e dalla forza pubblica, onde aver diritto di ammonire i trasgressori e mano forte contro di essi a denunziare alle rispettive autorità i trasgressori punibili con: a) Multe; b) Sequestri dei veicoli; c) Arresto personale". Un articolo dello statuto era dedicata anche ai lasciti e ai doni che "saranno impiegati secondo la volontà del donatore". Da lì a poco, molte altre Società zoofile furono costituite e si federarono nella "Federazione nazionale fra le società zoofile e per la protezione degli animali", costituita con R.D. 28 gennaio 1929 n. 55. Nel 1938, la Federazione prende il nome di "ENFPA" (Ente nazionale fascista per la protezione degli animali) e diventa statale. Caduto il fascismo, cade anche la "F" e diventa Enpa. L'Ente resterà statale fino al 1979, anno in cui viene "privatizzato" e diventa Ente morale di diritto privato. In 135 anni, l'Enpa è stata, in Italia, protagonista di tutte le battaglie e le conquiste per gli animali. L'Ente è cambiato: ha abbandonato il ruolo di ente pubblico ed è diventato associazione e onlus. Senza alcun dubbio l'Enpa è oggi il più grande e importante ente animalista in Italia. Ha oltre 160 Sezioni, ha coordinamenti regionali, ha un piccolo "esercito" di oltre 3.500 volontari attivi quotidianamente per gli animali e circa 60.000 tra soci e benefattori. L'Ente gestisce centinaia di strutture di ricovero, ha le sue Guardie Zoofile per reprimere i reati contro gli animali, è impegnato nell'importante programma "Le città degli animali", rieduca i cani ex combattenti, fa educazione e sensibilizzazione con il programma "Delfini Enpa" destinato ai più piccoli, è riconosciuto quale associazione nazionale di protezione ambientale; le sue Sezioni sono fondamentale presidio, sul territorio, per gli animali. L'Enpa è inoltre componente del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale (Ministero delle Politiche Agricole), della Commissione per la tutela degli animali nei trasporti (Ministero della Salute), della Commissione randagismo (Ministero della Salute), della Task force sull'influenza aviaria (Ministero della Salute) e della Commissione di revisione cinematografica (Ministero dei Beni Culturali). Insomma: una associazione moderna che affonda le sue radici nella storia del Paese.
Per gli storici, l'atto che sancisce la volontà fondativa della "Società protettrice degli animali" è una lettera che Garibaldi scrisse il 1° aprile del 1871 da Caprera. La lettera era indirizzata a Timoteo Riboldi, medico personale di Garibaldi, nella quale si chiedeva a Riboldi di predisporre gli atti necessari per fondare la società, la cui presidenza onoraria sarebbe dovuta andare alla signora Anna Winter. "La nostra società - dirà Riboldi poche settimane dopo - non si occuperà mai né di politica né di religione, ma solo di proteggere gli animali contro i maltrattamenti, come mezzo di educazione morale e di miti costumi".
I soci, che si distinguevano in effettivi, benemeriti ed onorari, dovevano portar "seco un distintivo per farsi conoscere e rispettare dai conduttori genti municipali e dalla forza pubblica, onde aver diritto di ammonire i trasgressori e mano forte contro di essi a denunziare alle rispettive autorità i trasgressori punibili con: a) Multe; b) Sequestri dei veicoli; c) Arresto personale". Un articolo dello statuto era dedicata anche ai lasciti e ai doni che "saranno impiegati secondo la volontà del donatore". Da lì a poco, molte altre Società zoofile furono costituite e si federarono nella "Federazione nazionale fra le società zoofile e per la protezione degli animali", costituita con R.D. 28 gennaio 1929 n. 55. Nel 1938, la Federazione prende il nome di "ENFPA" (Ente nazionale fascista per la protezione degli animali) e diventa statale. Caduto il fascismo, cade anche la "F" e diventa Enpa. L'Ente resterà statale fino al 1979, anno in cui viene "privatizzato" e diventa Ente morale di diritto privato. In 135 anni, l'Enpa è stata, in Italia, protagonista di tutte le battaglie e le conquiste per gli animali. L'Ente è cambiato: ha abbandonato il ruolo di ente pubblico ed è diventato associazione e onlus. Senza alcun dubbio l'Enpa è oggi il più grande e importante ente animalista in Italia. Ha oltre 160 Sezioni, ha coordinamenti regionali, ha un piccolo "esercito" di oltre 3.500 volontari attivi quotidianamente per gli animali e circa 60.000 tra soci e benefattori. L'Ente gestisce centinaia di strutture di ricovero, ha le sue Guardie Zoofile per reprimere i reati contro gli animali, è impegnato nell'importante programma "Le città degli animali", rieduca i cani ex combattenti, fa educazione e sensibilizzazione con il programma "Delfini Enpa" destinato ai più piccoli, è riconosciuto quale associazione nazionale di protezione ambientale; le sue Sezioni sono fondamentale presidio, sul territorio, per gli animali. L'Enpa è inoltre componente del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale (Ministero delle Politiche Agricole), della Commissione per la tutela degli animali nei trasporti (Ministero della Salute), della Commissione randagismo (Ministero della Salute), della Task force sull'influenza aviaria (Ministero della Salute) e della Commissione di revisione cinematografica (Ministero dei Beni Culturali). Insomma: una associazione moderna che affonda le sue radici nella storia del Paese.