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Cnr: Messo a Punto il Fertilizzante a Rilascio Lento e Biodegradabile
La tecnologia del rilascio controllato usata per somministrare i farmaci in modo mirato, presto 'scendera' in campo' per fertilizzare i terreni.
Con beneficio della qualita' dei prodotti e, soprattutto, dell'ambiente. Il trasferimento di questo 'sistema' dal settore farmaceutico a quello agricolo e' stato sperimentato con successo nell'Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri (Ictp) del Cnr di Pozzuoli: qui le ricerche sull'innovazione e sullo sviluppo agricolo eco compatibile vanno di pari passo.
In questo laboratorio infatti, si stanno mettendo a punto delle capsule biodegradabili in grado di cedere sostanze chimiche in dosaggi misurati alle esigenze delle colture e del pH del terreno.
Un meccanismo semplice, che consentira' agli agricoltori di non eccedere nell'uso di tali prodotti, soprattutto quando le piogge, provocandone il dilavamento, costringono a rinforzarne le dosi. ''Oggi per fertilizzare - spiega Mario Malinconico ricercatore dell' Ictp-Cnr - si ricorre perlopiu' alla fertirrigazione, ma da qualche tempo si fa uso anche di fertilizzanti a lento rilascio, contenuti pero' in membrane di polimeri sintetici spesso non biodegradabili, che possono permanere nel terreno per anni''. Ed e' proprio questo motivo che ha spinto il ricercatore a mettere a punto dei polimeri naturali a base di polisaccaridi, in modo da realizzare capsule in grado di cedere in maniera controllata le sostanze, per evitare la necessita' di continui interventi.
''Il meccanismo - spiega ancora Malinconico - e' quello farmacologico: se si vuole che il rilascio del principio attivo avvenga nel tratto intestinale, si rende la membrana resistente al pH acido dello stomaco e si fa in modo che il farmaco venga rilasciato nel tratto a piu' alto pH. Cosi' in agricoltura: l'impiego di microcapsule a base di polimeri naturali e di loro miscele, consente di intrappolare i nutrienti e di rilasciarli nelle condizioni di irrigazione e di pH desiderati''.
Il vantaggio piu' evidente del procedimento e' quello di ottimizzare l'apporto nutritivo alle piante e, allo stesso tempo, di effettuare delle economie di gestione. Ad esempio possono essere sufficienti dosaggi piu' bassi di azoto, sostanza tra i maggiori responsabili di inquinamento. I nuovi 'granuli' di dimensioni e contenuto variabili a seconda del fabbisogno, sono ottenuti per estrusione, ossia sfruttando la capacita' dell'acqua di emulsionare il polimero ed il principio attivo; tale composto, una volta essiccato da' vita alla capsula pronta per l'impiego. '
'Possiamo rendere la parete della membrana piu' o meno permeabile all'acqua e capace di cedere il fertilizzante in tempi variabili | afferma il ricercatore | cosi' anche il pH della terra influenzera' il rilascio, in quanto le membrane di polisaccaridi sono ioniche, e quindi sensibili alle sue condizioni di acidita'''. Quanto i tempi per brevettare le nuove capsule, secondo Malinconico, in condizioni ottimali ritiene che entro due anni si potra' avere un brevetto industriale pronto per il deposito.
Nel frattempo sono gia' in corso contatti con aziende italiane e straniere del settore del florovivaismo e della produzione di fertilizzanti, particolarmente interessate a questa nuova realta'.
Con beneficio della qualita' dei prodotti e, soprattutto, dell'ambiente. Il trasferimento di questo 'sistema' dal settore farmaceutico a quello agricolo e' stato sperimentato con successo nell'Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri (Ictp) del Cnr di Pozzuoli: qui le ricerche sull'innovazione e sullo sviluppo agricolo eco compatibile vanno di pari passo.
In questo laboratorio infatti, si stanno mettendo a punto delle capsule biodegradabili in grado di cedere sostanze chimiche in dosaggi misurati alle esigenze delle colture e del pH del terreno.
Un meccanismo semplice, che consentira' agli agricoltori di non eccedere nell'uso di tali prodotti, soprattutto quando le piogge, provocandone il dilavamento, costringono a rinforzarne le dosi. ''Oggi per fertilizzare - spiega Mario Malinconico ricercatore dell' Ictp-Cnr - si ricorre perlopiu' alla fertirrigazione, ma da qualche tempo si fa uso anche di fertilizzanti a lento rilascio, contenuti pero' in membrane di polimeri sintetici spesso non biodegradabili, che possono permanere nel terreno per anni''. Ed e' proprio questo motivo che ha spinto il ricercatore a mettere a punto dei polimeri naturali a base di polisaccaridi, in modo da realizzare capsule in grado di cedere in maniera controllata le sostanze, per evitare la necessita' di continui interventi.
''Il meccanismo - spiega ancora Malinconico - e' quello farmacologico: se si vuole che il rilascio del principio attivo avvenga nel tratto intestinale, si rende la membrana resistente al pH acido dello stomaco e si fa in modo che il farmaco venga rilasciato nel tratto a piu' alto pH. Cosi' in agricoltura: l'impiego di microcapsule a base di polimeri naturali e di loro miscele, consente di intrappolare i nutrienti e di rilasciarli nelle condizioni di irrigazione e di pH desiderati''.
Il vantaggio piu' evidente del procedimento e' quello di ottimizzare l'apporto nutritivo alle piante e, allo stesso tempo, di effettuare delle economie di gestione. Ad esempio possono essere sufficienti dosaggi piu' bassi di azoto, sostanza tra i maggiori responsabili di inquinamento. I nuovi 'granuli' di dimensioni e contenuto variabili a seconda del fabbisogno, sono ottenuti per estrusione, ossia sfruttando la capacita' dell'acqua di emulsionare il polimero ed il principio attivo; tale composto, una volta essiccato da' vita alla capsula pronta per l'impiego. '
'Possiamo rendere la parete della membrana piu' o meno permeabile all'acqua e capace di cedere il fertilizzante in tempi variabili | afferma il ricercatore | cosi' anche il pH della terra influenzera' il rilascio, in quanto le membrane di polisaccaridi sono ioniche, e quindi sensibili alle sue condizioni di acidita'''. Quanto i tempi per brevettare le nuove capsule, secondo Malinconico, in condizioni ottimali ritiene che entro due anni si potra' avere un brevetto industriale pronto per il deposito.
Nel frattempo sono gia' in corso contatti con aziende italiane e straniere del settore del florovivaismo e della produzione di fertilizzanti, particolarmente interessate a questa nuova realta'.