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Clima: Piante di Montagna "Termometro" di Effetto Serra
Le piante di alta montagna come 'termometri' per misurare l'impatto dei cambiamenti climatici sull'ecosistema alpino. A utilizzare questo inedito indicatore per valutare gli effetti del surriscaldamento dl Pianeta, e' il progetto GLORIA una sigla che sta per 'Iniziativa di Ricerca e Osservazione Globale in Ambienti Alpini. GLORIA si propone di avviare un monitoraggio standardizzato, il cosiddetto 'Approccio a piu' vette' (Multi-Summit approach), applicabile a quasi tutte le regioni montuose del pianeta. In particolare GLORIA, che è stata presentata ufficialmente in Italia il 6 maggio a Pavia, prevede la creazione di una 'rete' internazionale di ricerca per valutare l'impatto dei cambiamenti climatici sugli ambienti. Per queste indagini, 'GLORIA' puo' contare su una rete mondiale di ricercatori (circa 80 esperti hanno gia' dato la disponibilita' a contribuire alla ricerca e sul supporto finanziario di diversi organismi internazionali tra cui IGBP, GTOS, la Commissione Europea, l'Agenzia Ambientale Europea, Il Ministero Federale dell'Educazione, Scienza e Cultura Austriaco.
Il progetto fara' capo a un ufficio di coordinamento permanente a Vienna diretto dal Professor Georg Grabherr; e si articolera' in piu' uffici regionali a livello continentale (in fase di realizzazione). Nel progetto GLORIA-EUROPE, primo passo per la realizzazione del progetto mondiale, a partire dal 2001 vengono studiate 18 aree montuose di 13 nazioni del continente europeo: dalla Sierra Nevada agli Urali e al Caucaso. In Italia, in particolare, ricadono tre aree: Appennino settentrionale, Appennino centrale e Alpi sudorientali. Recenti modelli sulla circolazione atmosferica globale predicono un incremento della temperatura media della Terra compreso tra 1,5 e 4,5 °C nei prossimi cento anni. Si prevede, inoltre, che il riscaldamento sara' piu' pronunciato nei territori a clima freddo. Tra gli impatti previsti dagli studiosi, si ipotizzano anche modificazioni nella distribuzione locale delle specie vegetali, slittamenti verso l'alto di singole entita' e di intere fasce vegetazionali, con il rischio di estinzione, almeno locale, delle specie tipiche delle alte quote.
''L'ambiente di vita alpino -affermano i promotori del Progetto GLORIA- fornisce un'opportunita' unica per una ricerca sull'impatto dei cambiamenti climatici su larga scala. Questo per diversi motivi, tra cui: a) si prevede che il riscaldamento sara' piu' pronunciato nei territori a clima freddo;
b) gli ecosistemi alpini sono particolarmente sensibili al riscaldamento;
c) l'ambiente alpino rappresenta la sola unita' biogeografica terrestre con distribuzione globale;
d) in molti paesi, infine, gli ecosistemi alpini sono sottoposti ad un impatto antropico diretto meno pronunciato rispetto alle quote minori''.
In questo contesto si inserisce l'Universita' degli Studi di Pavia, che attraverso il Dipartimento di Ecologia del Territorio e' parte attiva nel progetto di ricerca con il monitoraggio di due siti nell'Appennino settentrionale (Parco dell'Alto Appennino Reggiano o del Gigante in Emilia-Romagna). Sugli altri 'siti' in Italia sono in corso studi dell'Universita' di Parma in provincia di Modena, dell'Universita' di Innsbruck sulle Dolomiti e delle Universita' del Molise e di Roma La Sapienza, sulla Maiella
La composizione della flora e della vegetazione di tali siti e' gia' stata analizzata nell'estate del 2001 ed i dati raccolti sono stati successivamente inseriti in un apposito data-base gestito dall'ufficio di coordinamento presso l'Universita' di Vienna. Dai dati emerge un quadro molto dettagliato della biodiversita' a livello di flora nelle montagne del continente europeo, secondo gradienti di quota, latitudine e longitudine. Durante la conferenza del 6 maggio saranno illustrati al pubblico i risultati ottenuti e spiegato come si intende utilizzarli per proseguire in futuro (prossimi decenni) il bio-monitoraggio avviato.
Il progetto fara' capo a un ufficio di coordinamento permanente a Vienna diretto dal Professor Georg Grabherr; e si articolera' in piu' uffici regionali a livello continentale (in fase di realizzazione). Nel progetto GLORIA-EUROPE, primo passo per la realizzazione del progetto mondiale, a partire dal 2001 vengono studiate 18 aree montuose di 13 nazioni del continente europeo: dalla Sierra Nevada agli Urali e al Caucaso. In Italia, in particolare, ricadono tre aree: Appennino settentrionale, Appennino centrale e Alpi sudorientali. Recenti modelli sulla circolazione atmosferica globale predicono un incremento della temperatura media della Terra compreso tra 1,5 e 4,5 °C nei prossimi cento anni. Si prevede, inoltre, che il riscaldamento sara' piu' pronunciato nei territori a clima freddo. Tra gli impatti previsti dagli studiosi, si ipotizzano anche modificazioni nella distribuzione locale delle specie vegetali, slittamenti verso l'alto di singole entita' e di intere fasce vegetazionali, con il rischio di estinzione, almeno locale, delle specie tipiche delle alte quote.
''L'ambiente di vita alpino -affermano i promotori del Progetto GLORIA- fornisce un'opportunita' unica per una ricerca sull'impatto dei cambiamenti climatici su larga scala. Questo per diversi motivi, tra cui: a) si prevede che il riscaldamento sara' piu' pronunciato nei territori a clima freddo;
b) gli ecosistemi alpini sono particolarmente sensibili al riscaldamento;
c) l'ambiente alpino rappresenta la sola unita' biogeografica terrestre con distribuzione globale;
d) in molti paesi, infine, gli ecosistemi alpini sono sottoposti ad un impatto antropico diretto meno pronunciato rispetto alle quote minori''.
In questo contesto si inserisce l'Universita' degli Studi di Pavia, che attraverso il Dipartimento di Ecologia del Territorio e' parte attiva nel progetto di ricerca con il monitoraggio di due siti nell'Appennino settentrionale (Parco dell'Alto Appennino Reggiano o del Gigante in Emilia-Romagna). Sugli altri 'siti' in Italia sono in corso studi dell'Universita' di Parma in provincia di Modena, dell'Universita' di Innsbruck sulle Dolomiti e delle Universita' del Molise e di Roma La Sapienza, sulla Maiella
La composizione della flora e della vegetazione di tali siti e' gia' stata analizzata nell'estate del 2001 ed i dati raccolti sono stati successivamente inseriti in un apposito data-base gestito dall'ufficio di coordinamento presso l'Universita' di Vienna. Dai dati emerge un quadro molto dettagliato della biodiversita' a livello di flora nelle montagne del continente europeo, secondo gradienti di quota, latitudine e longitudine. Durante la conferenza del 6 maggio saranno illustrati al pubblico i risultati ottenuti e spiegato come si intende utilizzarli per proseguire in futuro (prossimi decenni) il bio-monitoraggio avviato.