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Cina: un Trevigiano Compie il Miracolo per i Disabili
Un italiano sta aiutando centinaia di disabili mentali cinesi a migliorare la propria vita. Si chiama Fernando Cagnin, è originario di Treviso e da alcuni anni lavora nella Repubblica popolare cinese, dove ha contribuito a fondare la ‘Huiling’ di Pechino, una onlus che fornisce vari tipi di servizi agli handicappati mentali. Cagnin racconta alla MISNA la sua storia, che è una storia di grande impegno e di profonda speranza. Arrivato nel 1995 a Canton (o Guangzhou, metropoli della Cina meridionale con circa 6 milioni di abitanti), il trevigiano ha iniziato ad insegnare computer ai disabili in un istituto scolastico governativo. "Ho introdotto un particolare sistema di insegnamento - spiega il 44enne docente - che è molto piaciuto ai cinesi. Sono quindi passato ad insegnare nel palazzo della Federazione dei disabili: tra i miei allievi c’erano i dipendenti della ditta Huiling, che si occupava di una sessantina di disabili. Entusiasti del mio lavoro, mi hanno chiesto di collaborare con loro. Ho aperto un laboratorio nella Huiling ed ho vissuto per due anni insieme agli handicappati (alcuni restavano solo durante il giorno, altri vi pernottavano) in condizioni decisamente precarie". Cagnin racconta che non c’erano sedie né servizi igienici, ed era costretto a dormire sopra un tavolo. "Dopo due anni - prosegue - non ce la facevo più e mi sono detto: qui bisogna fare qualcosa. E la prima cosa era la formazione del personale". Grazie a contatti con la Caritas di Hong Kong e la Fu Hong Society (ente locale che si occupa in tutto di 1.800 persone con handicap), l’insegnante è riuscito ad organizzare più di 20 corsi di formazione in tutta la Cina. Gli operatori della Huiling, che nel loro Paese formano il personale per il servizio e l’integrazione nella comunità sociale dei disabili, sono stati a loro volta inviati in Giappone, in Canada, a Hong Kong e in Italia per essere formati su materie quali la musicoterapia o i metodi di approccio alla disabilità mentale e l’autismo. Alla fine gli sforzi di Cagnin e dei suoi collaboratori sono stati ripagati.
"Oggi - afferma – la Huiling di Canton ha un asilo nido (dove in ogni classe vi sono alcuni disabili integrati con gli altri normodotati), una scuola elementare speciale, un laboratorio protetto diurno per adulti con handicap lievi, due case-famiglia per disabili orfani o giovani con famiglie disastrate, un ospizio per anziani con handicap mentale e fisico e un centro di ricerca sull’autismo. Ci sono anche dei gruppi di volontariato che favoriscono l’integrazione dei disabili nella società e nel mondo del lavoro". Alla Huiling di Canton sono impegnati una novantina di operatori, i quali gestiscono in tutto circa 200 disabili mentali e alcune decine di bambini normodotati ospiti dell’asilo. "Per la verità - confessa il docente veneto - qualche famiglia storce il naso quando sa che suo figlio, ‘normale’, trascorre molte ore al giorno in mezzo ai disabili, come purtroppo in alcuni casi avviene anche in Italia. Ma noi, tra le varie attività, offriamo anche laboratori di computer a prezzi stracciati, lezioni di inglese tenute da volontari di madrelingua, corsi di danza e musica. Tutto questo attira la popolazione e la convince ad iscrivere i propri figli al nostro istituto insieme con i ragazzi disabili". Il coraggioso cammino di Cagnin non si è fermato a Canton. Nel 2000, a Pechino, ha aperto 3 case-famiglia in pieno centro, di cui una per orfani. "L’ultima battaglia vinta - sottolinea - riguarda la possibilità, per questi orfani, di frequentare le scuole pubbliche, cosa che prima non veniva consentita. Inoltre nel cuore della capitale, grazie al qualificato aiuto di un’assistente sociale italo-inglese, abbiamo anche dato vita ad un centro diurno e utilizzato con buon profitto un laboratorio informatico per disabili, che si trova all’interno della biblioteca nazionale, situata vicino al parlamento cinese". Anche a Xi’an, nel centro della Cina, è stata aperta una casa-famiglia ed un centro diurno con laboratorio protetto per persone con disabilità, grazie anche al sostegno della comunità cristiana locale. Un’altra casa-famiglia e una fattoria stanno per essere inaugurate a Xining, in un altopiano a 3000 metri sul livello del mare, nell'ovest del Paese. Inoltre da diverse città cinesi stanno arrivando richieste per avviare analoghi servizi sociali d’integrazione dei disabili mentali nella comunità locale. "I finanziamenti ai nostri progetti - chiarisce il 44enne veneto - provengono dalle rette versate dai familiari degli iscritti, ma anche da donazioni ed offerte di sostenitori sia cinesi sia occidentali. Il nostro obiettivo, comunque, è diventare economicamente autosufficienti, attraverso la vendita di oggetti fabbricati dai disabili e l’apporto locale di genitori e sostenitori". Il bilancio dell’impresa realizzata da Cagnin è senza dubbio positivo. "I cinesi hanno capito che è frutto di determinati valori in cui credo, ma non sono io, sono loro che stanno facendo il miracolo. Per quanto impregnato di sentimento patriottico, quando questo popolo capisce che uno straniero sta compiendo qualcosa di buono per il loro Paese glielo lasciano volentieri fare, e anzi apprendono da lui e lo aiutano nel percorso collaborando con energia e creatività. Intorno a me – conclude – ci sono tante persone impegnate, gente di cuore, esperta, che ha grandi ideali e sta contribuendo efficacemente al buon esito dell’opera".
"Oggi - afferma – la Huiling di Canton ha un asilo nido (dove in ogni classe vi sono alcuni disabili integrati con gli altri normodotati), una scuola elementare speciale, un laboratorio protetto diurno per adulti con handicap lievi, due case-famiglia per disabili orfani o giovani con famiglie disastrate, un ospizio per anziani con handicap mentale e fisico e un centro di ricerca sull’autismo. Ci sono anche dei gruppi di volontariato che favoriscono l’integrazione dei disabili nella società e nel mondo del lavoro". Alla Huiling di Canton sono impegnati una novantina di operatori, i quali gestiscono in tutto circa 200 disabili mentali e alcune decine di bambini normodotati ospiti dell’asilo. "Per la verità - confessa il docente veneto - qualche famiglia storce il naso quando sa che suo figlio, ‘normale’, trascorre molte ore al giorno in mezzo ai disabili, come purtroppo in alcuni casi avviene anche in Italia. Ma noi, tra le varie attività, offriamo anche laboratori di computer a prezzi stracciati, lezioni di inglese tenute da volontari di madrelingua, corsi di danza e musica. Tutto questo attira la popolazione e la convince ad iscrivere i propri figli al nostro istituto insieme con i ragazzi disabili". Il coraggioso cammino di Cagnin non si è fermato a Canton. Nel 2000, a Pechino, ha aperto 3 case-famiglia in pieno centro, di cui una per orfani. "L’ultima battaglia vinta - sottolinea - riguarda la possibilità, per questi orfani, di frequentare le scuole pubbliche, cosa che prima non veniva consentita. Inoltre nel cuore della capitale, grazie al qualificato aiuto di un’assistente sociale italo-inglese, abbiamo anche dato vita ad un centro diurno e utilizzato con buon profitto un laboratorio informatico per disabili, che si trova all’interno della biblioteca nazionale, situata vicino al parlamento cinese". Anche a Xi’an, nel centro della Cina, è stata aperta una casa-famiglia ed un centro diurno con laboratorio protetto per persone con disabilità, grazie anche al sostegno della comunità cristiana locale. Un’altra casa-famiglia e una fattoria stanno per essere inaugurate a Xining, in un altopiano a 3000 metri sul livello del mare, nell'ovest del Paese. Inoltre da diverse città cinesi stanno arrivando richieste per avviare analoghi servizi sociali d’integrazione dei disabili mentali nella comunità locale. "I finanziamenti ai nostri progetti - chiarisce il 44enne veneto - provengono dalle rette versate dai familiari degli iscritti, ma anche da donazioni ed offerte di sostenitori sia cinesi sia occidentali. Il nostro obiettivo, comunque, è diventare economicamente autosufficienti, attraverso la vendita di oggetti fabbricati dai disabili e l’apporto locale di genitori e sostenitori". Il bilancio dell’impresa realizzata da Cagnin è senza dubbio positivo. "I cinesi hanno capito che è frutto di determinati valori in cui credo, ma non sono io, sono loro che stanno facendo il miracolo. Per quanto impregnato di sentimento patriottico, quando questo popolo capisce che uno straniero sta compiendo qualcosa di buono per il loro Paese glielo lasciano volentieri fare, e anzi apprendono da lui e lo aiutano nel percorso collaborando con energia e creatività. Intorno a me – conclude – ci sono tante persone impegnate, gente di cuore, esperta, che ha grandi ideali e sta contribuendo efficacemente al buon esito dell’opera".