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Cina Orientale: Governo Chiude con la Forza Centinaia di Templi e Chiese
Centinaia di chiese e templi sono stati chiusi dalle autorità della provincia di Zhejiang (Cina orientale) perché ospitavano fedeli non aderenti a gruppi riconosciuti dal governo, come per esempio l’‘Associazione patriottica cattolica cinese’ (Apcc). Lo ha riferito in questi giorni il ‘Centro per i diritti umani e la democrazia’ di Hong Kong, specificando che sono 392 – tra templi buddisti e chiese – gli edifici ‘sigillati’ nell’ambito di una campagna governativa contro “i componenti di gruppi religiosi illegali”. L’organismo per la difesa dei diritti umani ha aggiunto che 4 chiese e 24 templi sono stati distrutti, mentre 92 luoghi di culto buddisti sono stati confiscati per essere utilizzati come “centri ricreativi”. Gli attivisti riferiscono inoltre che un cristiano cinese, Liu Fenggan, recatosi nella provincia per verificare quanto stava accadendo, è stato fermato dalla polizia. La Cina sostiene di difendere la libertà religiosa, ma nei fatti riconosce solo le chiese su cui il governo esercita un controllo diretto. Per esempio l’‘Associazione patriottica cattolica cinese’ (Apcc) - che non riconosce l’autorità del Papa – è approvata da Pechino, mentre la comunità ecclesiastica fedele al Vaticano è costretta alla clandestinità e spesso vittima di persecuzioni.