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Cina: Cardinale Zen Ottimista su Ripresa Dialogo tra Pechino e Vaticano
I tempi potrebbero essere maturi per un riavvicinamento tra Pechino e il Vaticano, se le autorità cinesi abbandonassero posizioni “pregiudiziali” e tentassero di avviare un dialogo costruttivo; ne è convinto il neo-cardinale Joseph Zen, vescovo di Hong Kong, pochi giorni fa elevato alla porpora cardinalizia nel primo Concistoro di Papa Benedetto XVI. Rientrato dal Vaticano nell’ex colonia britannica, oggi territorio cinese, il cardinale Zen ha detto alla stampa che “le possibilità di successo per una normalizzazione dei rapporti diplomatici sono oggi più alte” che in passato, ma Pechino dovrebbe cambiare atteggiamento. “Temo che la Cina abbia una visione distorta della Chiesa, ma è un pregiudizio ormai obsoleto”, ha detto il porporato, confermando il forte desiderio di Papa Benedetto XVI di recarsi in Cina, “ma realizzare questo desiderio dipende anche da Pechino” ha aggiunto. Dalla morte di Giovanni Paolo II, i contatti informali tra le parti sono andati aumentando, ha rivelato il 74enne vescovo di Hong Kong, che, secondo molti esperti, avrà un ruolo importante in questa delicata trattativa. La precondizione più importante per ristabilire normali rapporti diplomatici sarebbe la rinuncia del Vaticano al riconoscimento come Stato della ‘Repubblica di Cina’, nome ufficiale di Taiwan: una questione che, ha detto il porporato, è tra le priorità dell’attuale pontefice. “È una decisione inevitabile” ha aggiunto. “So che qualcuno a Taiwan sarà deluso da questa scelta ma sappiamo anche che i cattolici taiwanesi comprendono la situazione e l’hanno accettato”. Il cardinale Zen ha però sottolineato che la diplomazia vaticana non intende procedere verso questa “dolorosa decisione”, fintanto che “non sia prima garantita una reale libertà religiosa” in Cina. I rapporti con la nazione asiatica si interruppero con l’espulsione dei rappresentanti del Vaticano nel 1951, due anni dopo la nascita ufficiale della Repubblica Popolare Cinese.