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Cina, Canton: Che la Sars Freni il Consumo Alimentare di Animali Esotici, Domestici e Protetti?
Anna Lisa Ghini, la goriziania giunta da Hong Kong, ricorda la sua esperienza.
Il Guandong, industrializzata regione meridionale della Cina anche nota come Canton, è sin dal novembre scorso il focolaio della polmonite atipica denominata Sars. La causa di questo virus sembra risiedere in una infezione dei polli, poi trasmessa ai suini e quindi agli uomini, che nel Guangdong vivono a stretto contatto con questi animali. Questa promiscuità tra abitanti ed animali fa sì che quest’area sia un incubatore di epidemie che ogni anno si diffondono mondialmente. Certo, anche in altre regioni esiste questa insana convivenza, ma nel Canton la concentrazione di allevamenti di suini e di pollame è tra le più alte del mondo.
Inoltre i cantonesi sono grandi consumatori di animali «esotici»: scimmie, serpenti, coccodrilli, lucertole, tartarughe, scorpioni, civette, cigni, cani, gatti e persino topi. La golosità nei confronti di qualsiasi animale del creato nasce dalla credenza popolare che l’ingestione di questo tipo di carne sia molto benefica. Il cervello di scimmia e di maiale, ad esempio, svilupperebbe l’intelligenza umana. Il serpente, soprattutto il sangue, sarebbe un potente afrodisiaco maschile. La carne di cane produrrebbe molta energia positiva nel fisico umano. Nella medicina tradizionale cinese parte di questi animali viene essicata ed utilizzata per la produzione di farmaci. Da qui la convinzione che anche il consumo di carne fresca sia egualmente curativa. Invece, questo tipo di alimentazione provoca normalmente più danni che benefici e si rivela foriera di ulteriori malattie. Come l’utilizzo di ratti anche d’estate. O come l’ingestione di carne di cigno, che viene avvelenata dai bracconieri prima della cattura.
Nel 1988 in Cina sono state introdotte leggi che proibiscono il commercio ed il consumo di alcune specie a rischio di estinzione, come la scimmia dorata ed il formichiere. Questo però non ha ridotto l’offerta sottobanco di questi animali sia nei mercati che nei ristoranti. Il giro d’affari creato dal traffico delle specie protette è molto lucrativo, grazie anche al benessere diffuso nel Guangdong, ed esiste una fitta rete che importa clandestinamente nella regione razze proibite da tutta l’Asia.
Le autorità sanitarie ormai sostengono che solo un eventuale legame ad una forte epidemia, come la Sars, può frenare i consumi di animali esotici, proibiti e non. Nel Foshan, una contea cantonese dove si sospetta sia iniziata la trasmissione della polmonite atipica, la popolazione locale, grande consumatrice di carne di gatto come medicamento per il mal di schiena, non la mangia più perché crede provochi la Sars. Riuscirà questa epidemia a rendere il detto popolare «i cantonesi mangiano qualsiasi cosa a quattro gambe tranne i tavoli e tutto quello che vola tranne gli aerei» un mero ricordo?
Anna Lisa Ghini
Il Guandong, industrializzata regione meridionale della Cina anche nota come Canton, è sin dal novembre scorso il focolaio della polmonite atipica denominata Sars. La causa di questo virus sembra risiedere in una infezione dei polli, poi trasmessa ai suini e quindi agli uomini, che nel Guangdong vivono a stretto contatto con questi animali. Questa promiscuità tra abitanti ed animali fa sì che quest’area sia un incubatore di epidemie che ogni anno si diffondono mondialmente. Certo, anche in altre regioni esiste questa insana convivenza, ma nel Canton la concentrazione di allevamenti di suini e di pollame è tra le più alte del mondo.
Inoltre i cantonesi sono grandi consumatori di animali «esotici»: scimmie, serpenti, coccodrilli, lucertole, tartarughe, scorpioni, civette, cigni, cani, gatti e persino topi. La golosità nei confronti di qualsiasi animale del creato nasce dalla credenza popolare che l’ingestione di questo tipo di carne sia molto benefica. Il cervello di scimmia e di maiale, ad esempio, svilupperebbe l’intelligenza umana. Il serpente, soprattutto il sangue, sarebbe un potente afrodisiaco maschile. La carne di cane produrrebbe molta energia positiva nel fisico umano. Nella medicina tradizionale cinese parte di questi animali viene essicata ed utilizzata per la produzione di farmaci. Da qui la convinzione che anche il consumo di carne fresca sia egualmente curativa. Invece, questo tipo di alimentazione provoca normalmente più danni che benefici e si rivela foriera di ulteriori malattie. Come l’utilizzo di ratti anche d’estate. O come l’ingestione di carne di cigno, che viene avvelenata dai bracconieri prima della cattura.
Nel 1988 in Cina sono state introdotte leggi che proibiscono il commercio ed il consumo di alcune specie a rischio di estinzione, come la scimmia dorata ed il formichiere. Questo però non ha ridotto l’offerta sottobanco di questi animali sia nei mercati che nei ristoranti. Il giro d’affari creato dal traffico delle specie protette è molto lucrativo, grazie anche al benessere diffuso nel Guangdong, ed esiste una fitta rete che importa clandestinamente nella regione razze proibite da tutta l’Asia.
Le autorità sanitarie ormai sostengono che solo un eventuale legame ad una forte epidemia, come la Sars, può frenare i consumi di animali esotici, proibiti e non. Nel Foshan, una contea cantonese dove si sospetta sia iniziata la trasmissione della polmonite atipica, la popolazione locale, grande consumatrice di carne di gatto come medicamento per il mal di schiena, non la mangia più perché crede provochi la Sars. Riuscirà questa epidemia a rendere il detto popolare «i cantonesi mangiano qualsiasi cosa a quattro gambe tranne i tavoli e tutto quello che vola tranne gli aerei» un mero ricordo?
Anna Lisa Ghini