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Cina: 2 Anni di Carcere a Giornalista per Articoli Politici Sul Web
Un giornalista freelance, Liu Shui, è stato condannato a due anni di reclusione senza processo a Shenzhen (provincia del Guangdong, Cina sudorientale). Lo ha riferito oggi il Cpj (Comitato per la protezione dei giornalisti), con sede a New York, sostenendo che l’uomo potrebbe essere stato punito dalle autorità cinesi per alcuni recenti scritti su argomenti politici, molti dei quali diffusi via Internet. Arrestato il 2 maggio scorso per “incitamento alla prostituzione” con un amico, poi rilasciato, Liu si è visto infliggere due anni di “custodia e rieducazione”, come recita il diritto cinese. È la quarta volta che il giornalista, 37 anni, viene arrestato. Prima della sentenza odierna Liu - già direttore e cronista di varie pubblicazioni tra cui ‘Nanfang Dushi Bao’ (Southern metropolis news) e ‘Shenzhen Wanbao’ (Shenzhen evening news) – aveva scritto diversi articoli in ricordo del 4 giugno 1989, quando l’esercito represse nel sangue una manifestazione a favore della democrazia in piazza Tiananmen a Pechino. Nei suoi scritti aveva chiesto il rilascio dei prigionieri politici e invocato riforme democratiche. Di recente aveva anche pubblicato ‘online’ una poesia dedicata alle madri di Tiananmen, i cui figli furono uccisi o feriti nei disordini del 1989, e aveva intervistato i familiari di reclusi accusati di “sovversione” per aver usato Internet per diffondere articoli a sfondo politico e sociale.