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Chimica: Solo in Italia 67.000 Avvelenamenti all’Anno
Sono 67.000 l’anno i casi di avvelenamento in Italia a causa soprattutto di farmaci ma anche di prodotti di vario genere. E la metà dei casi riguarda i bambini. Non sempre si tratta di un errore o di un incidente, spesso le segnalazioni riguardano avvelenamenti volontari. A rilevarlo i dati resi noti dall’Istituto superiore di Sanità.
Secondo l’Iss, i Centri antiveleno (Cav)ricevono ogni anno circa 67mila richieste di consulenza relative a intossicazione accidentale o volontaria. In testa ai prodotti causa degli avvelenamenti ci sono i farmaci (circa il 34% dei casi), seguiti da prodotti domestici (23%), prodotti industriali, antiparassitari, alimenti/vegetali (5%), cosmetici e prodotti per l’igiene personale (4%). Circa il 9% delle intossicazioni deriva, inoltre, da associazioni tra sostanze diverse (per esempio, alcol e farmaci).
Il 44% degli avvelenamenti riguarda i bambini sotto i cinque anni e si verifica soprattutto all’interno delle mura domestiche (nell’87% dei casi). I dati indicano che il 49% degli avvelenamenti sono accidentali, il 33% di tipo intenzionale e il 17% non noto. Nel 14% dei casi, poi, si tratta di intossicazioni relative a errori terapeutici. Le categorie di farmaci più associate ai casi di intossicazione involontaria sono: analgesici, anti-infiammatori (13%); sedativi, ipnotici, antipsicotici e antidepressivi (10%); anti-istaminici (8%); ormoni (7%); antibiotici (6%). Nel Sud del mondo, invece, c’è un allarme relativo agli avvelenamenti da pesticidi. Sostanze che non circolano più nei Paesi più ricchi in quanto tossiche per l’uomo e per l’ambiente. La denuncia arriva dal Global burden of disease, che ha condotto uno studio in base al quale emerge, inoltre, che nel 1990 quasi 800mila persone sono morte nel mondo per intossicazione volontaria, il 75% delle quali era residente in un Paese povero.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il suicidio con sostanze tossiche è una delle forme più diffuse tra la popolazione giovanile in Cina, in Sri Lanka e in molte altre zone rurali. Le stime dell’Oms parlano di una media di oltre 200mila morti da intossicazione acuta con pesticidi all’anno, con più di tre milioni di intossicati.
Per questo l’Oms ha avviato un programma mondiale per la sicurezza chimica, attraverso una rete di centri antiveleno in diversi paesi. Il programma, IPCS Intox, lanciato nel 1985, ha messo in luce la carenza di legislazione e di informazione relativa ai rischi chimici in molti Paesi del mondo e ha quindi puntato sul rafforzamento di una rete internazionale che promuova standard di sicurezza e di supporto ai Paesi che ne necessitano.
Secondo l’Iss, i Centri antiveleno (Cav)ricevono ogni anno circa 67mila richieste di consulenza relative a intossicazione accidentale o volontaria. In testa ai prodotti causa degli avvelenamenti ci sono i farmaci (circa il 34% dei casi), seguiti da prodotti domestici (23%), prodotti industriali, antiparassitari, alimenti/vegetali (5%), cosmetici e prodotti per l’igiene personale (4%). Circa il 9% delle intossicazioni deriva, inoltre, da associazioni tra sostanze diverse (per esempio, alcol e farmaci).
Il 44% degli avvelenamenti riguarda i bambini sotto i cinque anni e si verifica soprattutto all’interno delle mura domestiche (nell’87% dei casi). I dati indicano che il 49% degli avvelenamenti sono accidentali, il 33% di tipo intenzionale e il 17% non noto. Nel 14% dei casi, poi, si tratta di intossicazioni relative a errori terapeutici. Le categorie di farmaci più associate ai casi di intossicazione involontaria sono: analgesici, anti-infiammatori (13%); sedativi, ipnotici, antipsicotici e antidepressivi (10%); anti-istaminici (8%); ormoni (7%); antibiotici (6%). Nel Sud del mondo, invece, c’è un allarme relativo agli avvelenamenti da pesticidi. Sostanze che non circolano più nei Paesi più ricchi in quanto tossiche per l’uomo e per l’ambiente. La denuncia arriva dal Global burden of disease, che ha condotto uno studio in base al quale emerge, inoltre, che nel 1990 quasi 800mila persone sono morte nel mondo per intossicazione volontaria, il 75% delle quali era residente in un Paese povero.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il suicidio con sostanze tossiche è una delle forme più diffuse tra la popolazione giovanile in Cina, in Sri Lanka e in molte altre zone rurali. Le stime dell’Oms parlano di una media di oltre 200mila morti da intossicazione acuta con pesticidi all’anno, con più di tre milioni di intossicati.
Per questo l’Oms ha avviato un programma mondiale per la sicurezza chimica, attraverso una rete di centri antiveleno in diversi paesi. Il programma, IPCS Intox, lanciato nel 1985, ha messo in luce la carenza di legislazione e di informazione relativa ai rischi chimici in molti Paesi del mondo e ha quindi puntato sul rafforzamento di una rete internazionale che promuova standard di sicurezza e di supporto ai Paesi che ne necessitano.