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Caserta: Latte alla Diossina, 12 Aziende Sotto Sequestro
Dodici aziende sotto sequestro e 5720 capi di bestiame chiusi nelle stalle. C’è il sospetto che la diossina abbia inquinato il latte. Per questo una task force composta da carabinieri del Noe di Napoli e Caserta, del Nas di Napoli, del Corpo Forestale dello Stato e personale del servizio veterinario dell'Asl, ha eseguito i decreti di sequestro nella dozzina di aziende zootecniche, nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. I provvedimenti sono stati emessi dal gip Rossella Marro, su richiesta del procuratore della Repubblica Mariano Maffei e del pubblico ministero Giovanni Conso. Dalle analisi è risultata una concentrazione di diossina superiore ai limiti consentiti dall'Unione Europea.
Funzionari dell'Asl e forze dell'ordine hanno sequestrato quasi 6 mila tra bufale, bovini e ovicaprini, tutti appartenenti ad allevamenti di Marcianise. Il provvedimento, spiega in una nota il procuratore Maffei, è stato adottato ''al fine di impedire che possano essere immessi sul mercato prodotti alimentari del tipo lattiero-caseario pericolosi per la salute umana”.
Il pericolo nasce dall’assunzione prolungata del latte contaminato. Ma la precauzione non è mai abbastanza.
''Le risultanze investigative – scrive ancora nella nota la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere - hanno consentito di ipotizzare le cause del grave evento nelle reiterate attività abusive di discariche ed abbandoni di rifiuti e dell'incenerimento degli stessi rifiuti''. Tra le aziende destinatarie del provvedimento la “Agricola Visocchi” una delle più antiche della provincia di Caserta, dotata peraltro di modernissimi impianti. Il procuratore Maffei rileva inoltre che ''il provvedimento di sequestro, pur doloroso e sicuramente non privo di conseguenze per l'economia della provincia di Caserta, potrà in futuro essere revocato nel caso di diminuzioni dei valori di diossine nei prodotti degli allevamenti, all'esito del continuo monitoraggio associato ad azioni di recupero e risanamento ambientale poste in essere dalle competenti autorità''.
Le analisi sui campioni di latte prelevati dal corpo Forestale dello Stato sono state effettuate nell'Istituto Zooprofilattico di Teramo, centro di referenza nazionale per la diossina. Il provvedimento di sequestro impone alle aziende il divieto assoluto di spostare i capi di bestiame e di distruggere il latte. Il decreto di sequestro è stato emesso anche sulla base delle consulenze tecniche redatte dai periti che hanno consentito, di formulare ''un giudizio di sicura pericolosità delle diossine per la salute umana soprattutto in caso di prolungata esposizione ed assunzione di alimenti contenenti la sostanza esaminata, ovvero la diossina''.
Nelle relazioni si spiega, tra l'altro che ''il termine diossine indica un gruppo di congeneri che suscitano preoccupazioni tossicologiche, comportanti effetti cancerogeni per la persona umana che si realizzano al superamento di una soglia''. La tossicità della sostanza – si legge ancora nella relazione - si esplica con fenomeni di dermotossicità, immunotossicità, disturbi della funzione riproduttiva, alterazioni nella formazione del feto, del sistema endocrino ed effetti cancerogeni. Inoltre, l'effetto tossico più sensibile, ossia che si manifesta alle dosi di esposizione più basse, è quello sullo sviluppo neonatale, altri effetti sono sul sistema riproduzione e sul sistema endocrino.
Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica, hanno consentito di accertare - ha ancora spiegato il procuratore della repubblica di S.Maria Capua Vetere - che la maggior parte dell'attività delle aziende interessate risulta finalizzata alla produzione di alimenti destinati al consumo della collettività, latte, formaggi, soprattutto mozzarella e che gli animali presenti in alcuni allevamenti indicati pascolavano liberamente in aree caratterizzate dalla presenza diffusa di rifiuti di varia natura, che in più punti si presentavano in fase di incenerimento; situazione quest'ultima, sottolinea la Procura, compatibile con la formazione di diossine, così come è stato riferito da un consulente tecnico nominato dal pubblico ministero.
Funzionari dell'Asl e forze dell'ordine hanno sequestrato quasi 6 mila tra bufale, bovini e ovicaprini, tutti appartenenti ad allevamenti di Marcianise. Il provvedimento, spiega in una nota il procuratore Maffei, è stato adottato ''al fine di impedire che possano essere immessi sul mercato prodotti alimentari del tipo lattiero-caseario pericolosi per la salute umana”.
Il pericolo nasce dall’assunzione prolungata del latte contaminato. Ma la precauzione non è mai abbastanza.
''Le risultanze investigative – scrive ancora nella nota la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere - hanno consentito di ipotizzare le cause del grave evento nelle reiterate attività abusive di discariche ed abbandoni di rifiuti e dell'incenerimento degli stessi rifiuti''. Tra le aziende destinatarie del provvedimento la “Agricola Visocchi” una delle più antiche della provincia di Caserta, dotata peraltro di modernissimi impianti. Il procuratore Maffei rileva inoltre che ''il provvedimento di sequestro, pur doloroso e sicuramente non privo di conseguenze per l'economia della provincia di Caserta, potrà in futuro essere revocato nel caso di diminuzioni dei valori di diossine nei prodotti degli allevamenti, all'esito del continuo monitoraggio associato ad azioni di recupero e risanamento ambientale poste in essere dalle competenti autorità''.
Le analisi sui campioni di latte prelevati dal corpo Forestale dello Stato sono state effettuate nell'Istituto Zooprofilattico di Teramo, centro di referenza nazionale per la diossina. Il provvedimento di sequestro impone alle aziende il divieto assoluto di spostare i capi di bestiame e di distruggere il latte. Il decreto di sequestro è stato emesso anche sulla base delle consulenze tecniche redatte dai periti che hanno consentito, di formulare ''un giudizio di sicura pericolosità delle diossine per la salute umana soprattutto in caso di prolungata esposizione ed assunzione di alimenti contenenti la sostanza esaminata, ovvero la diossina''.
Nelle relazioni si spiega, tra l'altro che ''il termine diossine indica un gruppo di congeneri che suscitano preoccupazioni tossicologiche, comportanti effetti cancerogeni per la persona umana che si realizzano al superamento di una soglia''. La tossicità della sostanza – si legge ancora nella relazione - si esplica con fenomeni di dermotossicità, immunotossicità, disturbi della funzione riproduttiva, alterazioni nella formazione del feto, del sistema endocrino ed effetti cancerogeni. Inoltre, l'effetto tossico più sensibile, ossia che si manifesta alle dosi di esposizione più basse, è quello sullo sviluppo neonatale, altri effetti sono sul sistema riproduzione e sul sistema endocrino.
Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica, hanno consentito di accertare - ha ancora spiegato il procuratore della repubblica di S.Maria Capua Vetere - che la maggior parte dell'attività delle aziende interessate risulta finalizzata alla produzione di alimenti destinati al consumo della collettività, latte, formaggi, soprattutto mozzarella e che gli animali presenti in alcuni allevamenti indicati pascolavano liberamente in aree caratterizzate dalla presenza diffusa di rifiuti di varia natura, che in più punti si presentavano in fase di incenerimento; situazione quest'ultima, sottolinea la Procura, compatibile con la formazione di diossine, così come è stato riferito da un consulente tecnico nominato dal pubblico ministero.