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Cannabis: Spiegata l'Origine della "Fame Chimica" Dopo Uno Spinello
E' risaputo: gli spinelli fanno venire appetito, e chi ne fa uso è abituato ad essere preda di crisi di fame compulsiva in cui si divora qualsiasi cosa sembri commestibile.
Ciò che non si conosceva è l'origine, a livello cerebrale, di questa fame chimica "post canna". Tale origine oggi è stata svelata grazie ad uno studio condotto dal ricercatore Paul Mallet della University of New England in Armidale (New South Wales, Australia) e dal suo team, e pubblicato sulla rivista Neuropharmacology. L'importanza della ricerca non risiede solamente nella spiegazione del fenomeno, ma va oltre, fornendo importanti spunti per l'elaborazione di strumenti farmacologici da utilizzare in casi di patologie della sfera alimentare come l'anoressia o la bulimia.
Stando agli esiti dello studio, il principio attivo responsabile dell'aumento della fame sarebbe il tetraidrocannabinolo, o THC. Questa sostanza interagisce direttamente con il centro di controllo della fame che si trova nella regione dell’ipotalamo e che si chiama nucleo ipotalamico paraventricolare.
In linea teorica lo studio potrebbe condurre ad utilizzare il THC per stimolare l'appetito o per controllarlo, e quindi potrebbe essere un valido strumento per combattere i disturbi alimentari. L'unico problema sarebbe riuscire a mettere a punto un farmaco con gli effetti positivi della marijuana sull'appetito ma senza alcun effetto collaterale. Il percorso di ricerca è ancora lungo...
Ciò che non si conosceva è l'origine, a livello cerebrale, di questa fame chimica "post canna". Tale origine oggi è stata svelata grazie ad uno studio condotto dal ricercatore Paul Mallet della University of New England in Armidale (New South Wales, Australia) e dal suo team, e pubblicato sulla rivista Neuropharmacology. L'importanza della ricerca non risiede solamente nella spiegazione del fenomeno, ma va oltre, fornendo importanti spunti per l'elaborazione di strumenti farmacologici da utilizzare in casi di patologie della sfera alimentare come l'anoressia o la bulimia.
Stando agli esiti dello studio, il principio attivo responsabile dell'aumento della fame sarebbe il tetraidrocannabinolo, o THC. Questa sostanza interagisce direttamente con il centro di controllo della fame che si trova nella regione dell’ipotalamo e che si chiama nucleo ipotalamico paraventricolare.
In linea teorica lo studio potrebbe condurre ad utilizzare il THC per stimolare l'appetito o per controllarlo, e quindi potrebbe essere un valido strumento per combattere i disturbi alimentari. L'unico problema sarebbe riuscire a mettere a punto un farmaco con gli effetti positivi della marijuana sull'appetito ma senza alcun effetto collaterale. Il percorso di ricerca è ancora lungo...