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Cambia il clima, il Po si restringe e la Pianura Padana è sempre più inquinata …
Il clima sta cambiando. Non lo si può negare. Le cause: per lo più lo sviluppo industriale, la crescita della popolazione, il sempre più intenso uso dei mezzi di trasporto. Per questi motivi la Pianura Padana è una delle zone più inquinate dell'Europa; le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera, nell'arco di un millennio, sono aumentate vertiginosamente negli ultimi cento anni rispetto ai novecento antecedenti; e si assiste a fenomeni climatici in alcuni territori mai verificatisi in precedenza. Inevitabilmente questo ha ripercussioni sulla salute del pianeta e dell'uomo stesso. L'educazione ambientale, soprattutto nei più giovani, è necessaria per creare una consapevolezza della situazione attuale e per mettere in atto dei comportamenti che possano avere benefici, se non nell'immediato, almeno per le future generazioni.
Nell'incontro "Ambiente, una risorsa per tutti" che si è tenuto mercoledì sera nella sala Auditorium comunale organizzato dal Comune di Podenzano sono state analizzate le problematiche legate all'inquinamento della Terra e ai costi ad esso legati, ai possibili rimedi, al diritto dell'ambiente.
Ad approfondire le tematiche tre docenti universitari: il professor Pierluigi Viaroli, professore ordinario di Ecologia all'Università di Parma; il professor Giovanni Cordini, ordinario di Diritto pubblico comparato all'Università di Pavia; il professor Gabriele Canali, docente di Economia ambientale all'Università Cattolica di Piacenza. «Tutto si gioca sull'anidride carbonica», ha esordito il professor Viaroli.
Dalla Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici che si è tenuta a Roma la scorsa settimana sono emersi dati significativi. La temperatura del pianeta è aumentata di 0,7 gradi in media nell'intero secolo. In Italia, negli ultimi 50 anni, di 1,4 gradi. Il Po, come tutti i fiumi italiani, sta subendo riduzioni progressive delle portate medie mentre aumenta la variabilità tra piene e secche. Uno dei fattori che potrebbero contribuire al riscaldamento globale è appunto la concentrazione in atmosfera di Co2 e gas ad effetto serra. «I rimedi per risolvere i problemi ci sono, ma costano cari», ha spiegato Viaroli. La tecnologia è uno di questi, anche se invita a non avere una fiducia illimitata. Molto di più occorre, secondo i relatori, ripensare quindi ai modelli di sviluppo, che siano sostenibili; richiamare la gente alla responsabilità attraverso l'educazione, partendo dalla scuola; effettuare, come ha indicato il professor Canali, una valutazione tecnica di «quanto ci costa inquinare». Nadia Plucani
Nell'incontro "Ambiente, una risorsa per tutti" che si è tenuto mercoledì sera nella sala Auditorium comunale organizzato dal Comune di Podenzano sono state analizzate le problematiche legate all'inquinamento della Terra e ai costi ad esso legati, ai possibili rimedi, al diritto dell'ambiente.
Ad approfondire le tematiche tre docenti universitari: il professor Pierluigi Viaroli, professore ordinario di Ecologia all'Università di Parma; il professor Giovanni Cordini, ordinario di Diritto pubblico comparato all'Università di Pavia; il professor Gabriele Canali, docente di Economia ambientale all'Università Cattolica di Piacenza. «Tutto si gioca sull'anidride carbonica», ha esordito il professor Viaroli.
Dalla Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici che si è tenuta a Roma la scorsa settimana sono emersi dati significativi. La temperatura del pianeta è aumentata di 0,7 gradi in media nell'intero secolo. In Italia, negli ultimi 50 anni, di 1,4 gradi. Il Po, come tutti i fiumi italiani, sta subendo riduzioni progressive delle portate medie mentre aumenta la variabilità tra piene e secche. Uno dei fattori che potrebbero contribuire al riscaldamento globale è appunto la concentrazione in atmosfera di Co2 e gas ad effetto serra. «I rimedi per risolvere i problemi ci sono, ma costano cari», ha spiegato Viaroli. La tecnologia è uno di questi, anche se invita a non avere una fiducia illimitata. Molto di più occorre, secondo i relatori, ripensare quindi ai modelli di sviluppo, che siano sostenibili; richiamare la gente alla responsabilità attraverso l'educazione, partendo dalla scuola; effettuare, come ha indicato il professor Canali, una valutazione tecnica di «quanto ci costa inquinare». Nadia Plucani