Appelli
Caccia alle Foche: Appello Lav
Un nuovo scioccante video che documenta la strage delle foche in Canada, dove la caccia è ricominciata da poco più di due settimane per sterminare le 270.000 foche indicate dal Governo canadese come quota annuale da abbattere, è stato mostrato oggi (ore 13), presso la Sala Stampa del Senato, ad alcuni Parlamentari italiani, su iniziativa di LAV e IFAW, per sollecitare un atto urgente che trasformi in legge il decreto interministeriale che un anno fa in Italia ha introdotto un bando di fatto all’importazione e commercializzazione di pellicce e derivati di foca.
Il nuovo video, registrato pochi giorni fa al Golfo di San Lorenzo, mostra le foche isolate e in difficoltà su lastre di ghiaccio sottili a causa delle alte temperature che stanno sciogliendo i ghiacciai, ferite a colpi di fucile dai cacciatori e raccolte poi dalle navi sulle quali stazionano i cacciatori nell’impossibilità di camminare sulle sottili e instabili lastre di ghiaccio. Neppure lo scioglimento dei ghiacciai, che nelle ultime settimane ha causato la morte di numerosi cuccioli di foca ancora incapaci di nuotare, ha persuaso il Governo canadese a fermare la caccia. Già nel 2002 lo scioglimento dei ghiacci provocò la morte prematura, per affogamento, del 75% dei cuccioli di foca: una percentuale che quest’anno si teme possa essere addirittura superata per l’innalzamento delle temperature.
Negli ultimi tre anni in Canada sono state uccise più di 1 milione di foche e negli ultimi 4 anni la quota massima di foche “cacciabili”, indicata dagli scienziati canadesi per non mettere a rischio la popolazione di foche, è sempre stata superata. Per il 2007, ad esempio, gli scienziati avevano suggerito di non superare la quota annuale di 165.000 animali da cacciare: il Governo canadese invece ha aumentato la quota a ben 270.000 foche. Il 98% delle foche uccise ha una età tra i 12 giorni e i 3 mesi di vita: sono quindi “cuccioli” a tutti gli effetti, considerato che questi mammiferi possono raggiungere i 30 anni d’età.
Numerose le iniziative politiche nazionali e internazionali volte a mettere fine al mercato delle pelli di foca: in Italia (15 marzo 2007) l’Aula del Senato ha approvato la mozione 1-00076 De Petris e altri che comprende un punto d’impegno al Governo ad “attuare la Raccomandazione n.1776 del Comitato permanente del Consiglio d’Europa per il divieto d’importazione e commercializzazione dei prodotti derivanti dalla caccia alle foche”. Al Senato sono stati recentemente depositati due Disegni di legge Sodano, presidente Commissione Ambiente, e Saia, firmati da senatori di tutti i gruppi volti a vietare
l’importazione e commercializzazione dei prodotti derivanti dalla caccia alle foche. Nella passata legislatura la Commissione Esteri della Camera aveva approvato una Risoluzione che impegna il Governo sullo stesso tema.
In Europa, il Belgio ha già adottato il bando all’importazione e alla commercializzazione di prodotti di foca; analogo provvedimento vige in Croazia e in Messico. La Germania ha votato una risoluzione parlamentare che impegna il Governo a bandire tale commercio. Gli Stati Uniti hanno vietato l’importazione e la commercializzazione di qualsiasi prodotto derivante dalle foche con una legislazione estremamente restrittiva in vigore fin dal 1972. Il Parlamento Europeo ha approvato una dichiarazione scritta che impegna la Commissione UE a proporre una legislazione di bando del commercio. Anche il Consiglio d’Europa lo scorso settembre ha votato una risoluzione di condanna della caccia e l’invito ai Governi nazionali a bandire tali commerci.
“Facciamo appello alla sensibilità del Ministro Pecoraro Scanio e sollecitiamo un urgente disegno di legge che metta fine a questo massacro, dando così attuazione alla recente mozione approvata dal Senato, alla dichiarazioni scritta del Parlamento Europeo e alla risoluzione del Consiglio d’Europa che invita i Governi nazionali a bandire il commercio di pelli di foca - dichiara Roberto Bennati, vicepresidente della LAV - Al Senato sono stati depositati due Disegni di legge Sodano, presidente Commissione Ambiente, e Saia, firmati da senatori di tutti i Gruppi, volti a vietare l’importazione e commercializzazione dei prodotti derivanti dalla caccia alle foche. La condanna di questa caccia è ormai sempre più convinta ed estesa a livello internazionale: in Italia la LAV ha raccolto mezzo milione di firme contro l’uccisione delle foche, un dato che conferma quanto emerso da un sondaggio europeo condotto dalla Mori secondo il quale oltre l’80% dei cittadini europei si sono dichiarati contrari al commercio di prodotti derivati da questi animali.”
“Il danno incalcolabile di questa carneficina è confermato dallo stesso Governo canadese che ha ridotto la stima della popolazione attuale delle foche in Canada dai 6 milioni di alcuni anni fa ai 5,5 milioni di oggi: una stima in realtà puramente teorica, che ha una potenziale
capacità di errore di 2 milioni di animali; quindi oggi il Canada non è in grado di monitorare con esattezza la popolazione di foche e potrebbero esserci fino a 2 milioni di foche in meno - prosegue Roberto Bennati – In termini economici i profitti della caccia alle foche in Canada sono pari ad appena lo 0.0009% del
PIL di questo Paese: un’attività che porta utili solo per l’1% della popolazione dell’Isola di Terranova ma che finora ha rappresentato un business per i Paesi importatori e trasformatori di pelli e derivati di foca, Italia ed Europa in testa. Negli ultimi mesi però, i cambiamenti climatici che hanno aumentato le temperature, hanno determinato una contrazione delle domande di pellicce e così i prezzi delle pelli di foca sul mercato delle aste internazionali è sceso di quasi il 60%.”
Il nuovo video, registrato pochi giorni fa al Golfo di San Lorenzo, mostra le foche isolate e in difficoltà su lastre di ghiaccio sottili a causa delle alte temperature che stanno sciogliendo i ghiacciai, ferite a colpi di fucile dai cacciatori e raccolte poi dalle navi sulle quali stazionano i cacciatori nell’impossibilità di camminare sulle sottili e instabili lastre di ghiaccio. Neppure lo scioglimento dei ghiacciai, che nelle ultime settimane ha causato la morte di numerosi cuccioli di foca ancora incapaci di nuotare, ha persuaso il Governo canadese a fermare la caccia. Già nel 2002 lo scioglimento dei ghiacci provocò la morte prematura, per affogamento, del 75% dei cuccioli di foca: una percentuale che quest’anno si teme possa essere addirittura superata per l’innalzamento delle temperature.
Negli ultimi tre anni in Canada sono state uccise più di 1 milione di foche e negli ultimi 4 anni la quota massima di foche “cacciabili”, indicata dagli scienziati canadesi per non mettere a rischio la popolazione di foche, è sempre stata superata. Per il 2007, ad esempio, gli scienziati avevano suggerito di non superare la quota annuale di 165.000 animali da cacciare: il Governo canadese invece ha aumentato la quota a ben 270.000 foche. Il 98% delle foche uccise ha una età tra i 12 giorni e i 3 mesi di vita: sono quindi “cuccioli” a tutti gli effetti, considerato che questi mammiferi possono raggiungere i 30 anni d’età.
Numerose le iniziative politiche nazionali e internazionali volte a mettere fine al mercato delle pelli di foca: in Italia (15 marzo 2007) l’Aula del Senato ha approvato la mozione 1-00076 De Petris e altri che comprende un punto d’impegno al Governo ad “attuare la Raccomandazione n.1776 del Comitato permanente del Consiglio d’Europa per il divieto d’importazione e commercializzazione dei prodotti derivanti dalla caccia alle foche”. Al Senato sono stati recentemente depositati due Disegni di legge Sodano, presidente Commissione Ambiente, e Saia, firmati da senatori di tutti i gruppi volti a vietare
l’importazione e commercializzazione dei prodotti derivanti dalla caccia alle foche. Nella passata legislatura la Commissione Esteri della Camera aveva approvato una Risoluzione che impegna il Governo sullo stesso tema.
In Europa, il Belgio ha già adottato il bando all’importazione e alla commercializzazione di prodotti di foca; analogo provvedimento vige in Croazia e in Messico. La Germania ha votato una risoluzione parlamentare che impegna il Governo a bandire tale commercio. Gli Stati Uniti hanno vietato l’importazione e la commercializzazione di qualsiasi prodotto derivante dalle foche con una legislazione estremamente restrittiva in vigore fin dal 1972. Il Parlamento Europeo ha approvato una dichiarazione scritta che impegna la Commissione UE a proporre una legislazione di bando del commercio. Anche il Consiglio d’Europa lo scorso settembre ha votato una risoluzione di condanna della caccia e l’invito ai Governi nazionali a bandire tali commerci.
“Facciamo appello alla sensibilità del Ministro Pecoraro Scanio e sollecitiamo un urgente disegno di legge che metta fine a questo massacro, dando così attuazione alla recente mozione approvata dal Senato, alla dichiarazioni scritta del Parlamento Europeo e alla risoluzione del Consiglio d’Europa che invita i Governi nazionali a bandire il commercio di pelli di foca - dichiara Roberto Bennati, vicepresidente della LAV - Al Senato sono stati depositati due Disegni di legge Sodano, presidente Commissione Ambiente, e Saia, firmati da senatori di tutti i Gruppi, volti a vietare l’importazione e commercializzazione dei prodotti derivanti dalla caccia alle foche. La condanna di questa caccia è ormai sempre più convinta ed estesa a livello internazionale: in Italia la LAV ha raccolto mezzo milione di firme contro l’uccisione delle foche, un dato che conferma quanto emerso da un sondaggio europeo condotto dalla Mori secondo il quale oltre l’80% dei cittadini europei si sono dichiarati contrari al commercio di prodotti derivati da questi animali.”
“Il danno incalcolabile di questa carneficina è confermato dallo stesso Governo canadese che ha ridotto la stima della popolazione attuale delle foche in Canada dai 6 milioni di alcuni anni fa ai 5,5 milioni di oggi: una stima in realtà puramente teorica, che ha una potenziale
capacità di errore di 2 milioni di animali; quindi oggi il Canada non è in grado di monitorare con esattezza la popolazione di foche e potrebbero esserci fino a 2 milioni di foche in meno - prosegue Roberto Bennati – In termini economici i profitti della caccia alle foche in Canada sono pari ad appena lo 0.0009% del
PIL di questo Paese: un’attività che porta utili solo per l’1% della popolazione dell’Isola di Terranova ma che finora ha rappresentato un business per i Paesi importatori e trasformatori di pelli e derivati di foca, Italia ed Europa in testa. Negli ultimi mesi però, i cambiamenti climatici che hanno aumentato le temperature, hanno determinato una contrazione delle domande di pellicce e così i prezzi delle pelli di foca sul mercato delle aste internazionali è sceso di quasi il 60%.”


