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“Brave come i maschi”
E’ un dato di fatto: femmine e maschi sono bravi alla pari nei test di matematica.
Ma lo stereotipo che le bambine non siano altrettanto dotate - o che non possano essere abbastanza intelligenti - viene assorbito molto presto. Ci sono studi che confermano che negli USA questa opinione viene adottata già a sei anni di età. Naturalmente si tratta di preconcetti che danneggiano le donne nel contesto scolastico e dopo in quello professionale, sostengono gli autori di un nuovo studio in proposito, pubblicato su Developmental Psychology. E quindi è importante capire da cosa abbiano origine. Eleanor Chestnut dell’Università di Stanford e io suoi colleghi sottolineano come un modo comune e peraltro bene intenzionato di esprimere l’idea dell’adeguatezza femminile sia in realtà controproducente. Dire che le bambine sono “brave come i maschi” in qualcosa induce l’ascoltatore a concludere che i maschi sono i migliori per via naturale, e che le femmine debbano lavorare molto per eguagliarli.
I ricercatori suggeriscono che presentare maschi e femmine come “ugualmente bravi” in qualcosa sia una strategia molto migliore. E concludono che “Fintantoché le donne non saranno uguali anche dal punto di vista della sintassi, non lo saranno dal punto di vista sociale”.
Ma lo stereotipo che le bambine non siano altrettanto dotate - o che non possano essere abbastanza intelligenti - viene assorbito molto presto. Ci sono studi che confermano che negli USA questa opinione viene adottata già a sei anni di età. Naturalmente si tratta di preconcetti che danneggiano le donne nel contesto scolastico e dopo in quello professionale, sostengono gli autori di un nuovo studio in proposito, pubblicato su Developmental Psychology. E quindi è importante capire da cosa abbiano origine. Eleanor Chestnut dell’Università di Stanford e io suoi colleghi sottolineano come un modo comune e peraltro bene intenzionato di esprimere l’idea dell’adeguatezza femminile sia in realtà controproducente. Dire che le bambine sono “brave come i maschi” in qualcosa induce l’ascoltatore a concludere che i maschi sono i migliori per via naturale, e che le femmine debbano lavorare molto per eguagliarli.
I ricercatori suggeriscono che presentare maschi e femmine come “ugualmente bravi” in qualcosa sia una strategia molto migliore. E concludono che “Fintantoché le donne non saranno uguali anche dal punto di vista della sintassi, non lo saranno dal punto di vista sociale”.