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Brasile: per la Prima Volta il Governo Risarcisce Contadino Schiavizzato
José Pereira aveva 17 anni quando divenne uno dei tanti contadini schiavi assoldati dai latifondisti nel sud del Pará: una rocambolesca fuga, una pallottola in testa e 13 anni dopo, sarà il primo contadino brasiliano a ricevere una forma di indennizzo dal governo federale perché vittima di lavoro forzato. “È una grande vittoria, resa possibile dal coraggio di José Pereira e da 13 anni di battaglia politica e giudiziaria da parte della Commissione pastorale della terra e del Centro per la giustizia e la legge internazionale (Cejil)”, riporta una nota della campagna della Cpt contro il lavoro in forma di schiavitù, giunta oggi alla MISNA. Un segnale importante - aggiunge il comunicato – dell’impegno assunto dal governo federale “per sradicare la tragica realtà del lavoro schiavo, concentrato principalmente nelle ‘fazendas’ del sud del Pará”. Nel settembre 1989 José Pereira si recò a Xinguara in cerca di lavoro e di un posto per dormire. Qui si imbattè nel proprietario di una pensione che gli offrì vitto e alloggio: il ragazzo lo ignorava ancora ma per ripagarlo avrebbe dovuto lavorare in un latifondo, denominato ‘Espírito Santo’, dove venne condotto con l’inganno da un ‘reclutatore’ di schiavi. Una volta compreso che i pochi reais che gli promettevano non sarebbero bastati neanche per sfamarsi il ragazzo scappò con un suo compagno, ‘Paraná’ rifugiandosi nella foresta. ‘Pistoleiros’ del latifondo li scovarono, uccisero ‘Paraná’ e spararono in testa a José che si finse morto. Gli uomini armati avvolsero il suo corpo in un telo di plastica e lo gettarono in un fossato. José riuscì a mettersi in salvo e a chiedere aiuto alla Cpt che si occupò di fornirgli assistenza medica. Ma il supporto della Cpt non si fermò qui: nel 1992, accompagnata dal Cejil, denunciò il governo del Brasile di fronte alla Commissione interamericana dei diritti umani per inadempimento del proprio dovere nella lotta contro la schiavitù e per non aver indagato sul crimine subito da José. Nel novembe del 2000, il governo federale accettò una ‘soluzione amichevole’ riconoscendo finalmente l’esistenza del lavoro forzato e promettendo un risarcimento alla vittima, poi fissato dal Congresso in 52mila reais (circa 16mila euro). “Ora – conclude la nota della Cpt – speriamo che in berve tempo questi soldi vengano trasferiti sul suo conto. Con il denaro ricevuto, José Pereira ha detto di voler comprare un pezzo di terra”.