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Botswana e Namibia: Esplode Epidemia di Carbonchio
Un’epidemia di carbonchio sta interessando Botswana e Namibia e ha già causato la morte di almeno 68 bufali e tre elefanti: una situazione allarmante, confermata dai test fatti sulle carcasse degli animali, che ha convinto le autorità di Gaborone a chiudere ai visitatori il Parco nazionale di Chobe, ai confini con la regione di Caprivi in Namibia. Il carbonchio è una malattia infettiva acuta causata dall’antrace (in termini scientifici, dal batterio ‘Bacillus anthracis’), un germe produttore di spore che possono sopravvivere a lungo nell’ambiente. Il Parco del Chobe è tra le principali attrazioni turistiche del Botswana con un’altissima concentrazione di elefanti che ne fanno il motore del circuito dei safari della regione: la sua chiusura significa anche un' ingente perdita economica per un Paese che, pur essendo uno dei primi esportatori di diamanti, è costretto a spendere parte cospicua della sua ricchezza per fronteggiare una drammatica emergenza sanitaria con uno dei più alti tassi al mondo di persone contagiate da Hiv/Aids (il 37% degli adulti). In Namibia il governo ha incaricato un gruppo di esperti di indagare sulle morti, invitando gli abitanti della regione di Caprivi a non consumare carne di animali deceduti in circostanze misteriose. Il carbonchio colpisce soprattutto gli animali erbivori, ma può interessare anche l’uomo, eventualmente contagiato per contatto con animali infetti, soprattutto durante la lavorazione di derivati come pelo, pelle, lana e ossa; molto rara, invece, la trasmissione diretta da persona a persona. Nel Chobe il carbonchio era comparso per l’ultima volta nel 1996: anche allora l’epidemia partì dai bufali e interessò la vicina Namibia. "Non so quando riapriremo ai visitatori; in questo momento - ha detto il coordinatore del Parco – stiamo valutando la situazione, seppellendo le carcasse per evitare che vengano a contatto con altri animali e mettendo in guardia la popolazione".