Notizie
Barriere Coralline: Entro i Prossimi 30 Anni il 60 % Sarà Sparito
Un nuovo rapporto, finanziato dal Wwf, mette in guardia sullo stato di degrado in cui versano le barriere coralline, minacciando i quasi 30 miliardi di dollari di utili che questo ecosistema garantisce ogni anno in beni e servizi per l’economia mondiale, compresi il turismo, la pesca e la protezione delle coste. Il rapporto, intitolato “L’economia del degrado delle barriere coralline mondiali”, indica che questi ecosistemi, conosciuti per la loro immensa ricchezza biologica, sono anche di importanza cruciale per ragioni economiche, con un valore patrimoniale di circa 800 miliardi di dollari. Tuttavia, poiché circa il 60% delle barriere coralline mondiali nei prossimi 30 anni saranno perse definitivamente o saranno a rischio di distruzione, la conseguente diminuzione dell’occupazione, delle risorse alimentari e delle entrate - che in alcuni casi si avvicina al 75% - metterà in pericolo la vita di milioni di persone. Sempre secondo il rapporto, particolarmente danneggiati saranno i Paesi in via di sviluppo, nelle cui acque è localizzata la maggior parte delle barriere coralline, minacciate principalmente dal turismo di massa sconsiderato, dallo sviluppo selvaggio delle zone costiere, dalla pesca eccessiva, dall’inquinamento proveniente dalla terraferma e dallo sbiancamento dei coralli causato dai cambiamenti climatici. “Questo rapporto sottolinea l’urgenza degli sforzi da fare per conservare le barriere coralline - afferma Simon Cripps, responsabile del Programma del Wwf Internazionale sui Mari -. Una buona gestione delle barriere costa, ma la perdita sarà sicuramente maggiore se i governi non riusciranno a ricavare più benefici economici ed ecologici da questi ecosistemi o riusciranno a stento a proteggerli”. “Attualmente è protetto meno dell’1% della superficie dell’oceano, e non si conosce il grado di protezione delle barriere coralline mondiali - aggiunge Simon Cripps “il Wwf sostiene che per aumentare la protezione delle barriere coralline, questi ecosistemi dovrebbero essere riconosciuti come aree marine protette, in cui le attività possono essere seguite più da vicino. Questo rapporto dimostra che siamo ormai arrivati al punto in cui i governi devono assumersi la responsabilità di gestire le loro coste, adottando misure drastiche che assicurino uno sviluppo a lungo termine delle importanti risorse biologiche e che contribuiscano ad allontanare la povertà”.