Si è aperto ieri a Baghdad il ‘Festival di Marbed’ della poesia araba con la declamazione di un versetto del Corano che chiede ai fedeli di “mobilitare tutta la potenza disponibile” contro i nemici. In un clima psicologico fatto di ardore patriottico ed antiamericanismo, il vice premier Tareq Aziz ha presenziato alla cerimonia di apertura, criticando duramente l’amministrazione di Washington. Secondo Aziz, la campagna Usa contro l'Iraq non è che un preludio ad una “guerra totale” contro tutto il mondo arabo. Il vice premier si è però anche detto fiducioso nella “vittoria finale a qualsiasi costo”. Il Festival durerà una settimana e vedrà la partecipazione di oltre 400 poeti e scrittori provenienti soprattutto da Egitto, Siria, Libano, Sudan e Tunisia. La manifestazione è stata concepita dagli organizzatori come una versione moderna degli incontri che i poeti arabi dell'era preislamica e islamica organizzavano a sud di Bassora, nella località appunto di Marbed.