Appelli
Appello Wwf: Che la Fauna Sia Considerata Patrimonio Indisponibile dello Stato
Appello del WWF alla Magistratura perché faccia rispettare il principio sancito dalla Costituzione secondo cui tutta la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato.
L’iniziativa prende spunto da altri innovativi provvedimenti che meritano il plauso di tutti i cittadini: quello del PM di Trento che questa estate sequestrò tutti i camosci allo stato libero per impedirne l’abbattimento, quello del PM di Viterbo che all’inizio di settembre sequestrò l’intera area della Riserva Naturale di Vico per impedirne l’accesso ai cacciatori e l’abbattimento delle specie cacciabili presenti, ed ultimo nei giorni scorsi, quello del PM di Cremona che ha sequestrato tutti i passeri, gli storni, i fringuelli, le peppole di cui la regione Lombardia aveva disposto l’abbattimento in deroga alla Legge nazionale sulla caccia.
“L’ultima iniziativa del PM di Cremona, che dovrà essere confermata dal GIP tra una settimana, decreta che è resta allo Stato la facoltà di attivare autonomamente le deroghe alla legge nazionale e che le Regioni possono autorizzarle solo con un atto amministrativo e non in modo permanente con una legge come si stanno ‘affannando’ a fare alcune amministrazioni – spiega il WWF – Contro questa ‘corsa’ alle deroghe è necessario l’intervento dei magistrati anche per risolvere casi di vera e propria ‘anarchia venatoria’ come quella che abbiamo scoperto svolgersi in Toscana”.
Il WWF ha infatti inviato un esposto alla procura della Repubblica della Toscana in cui si chiede il sequestro preventivo dei Fringuelli, animali sui quali sono puntate le doppiette toscane fino al 10 novembre per colpa di una delibera regionale. In realtà la stessa delibera non è mai stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale regionale quindi non è assolutamente efficace e operativa: una situazione che pone in posizione fuorilegge tutti i cacciatori che in Toscana in questi giorni stanno sparando ai fringuelli perchè violano l’art. 18 della Legge Nazionale sulla caccia. L’abbattimento di specie protette è un reato, in questo caso assecondato da un incomprensibile ‘silenzio-assenso’ dell’amministrazione, contro cui è assolutamente necessario l’intervento dei magistrati.
L’iniziativa prende spunto da altri innovativi provvedimenti che meritano il plauso di tutti i cittadini: quello del PM di Trento che questa estate sequestrò tutti i camosci allo stato libero per impedirne l’abbattimento, quello del PM di Viterbo che all’inizio di settembre sequestrò l’intera area della Riserva Naturale di Vico per impedirne l’accesso ai cacciatori e l’abbattimento delle specie cacciabili presenti, ed ultimo nei giorni scorsi, quello del PM di Cremona che ha sequestrato tutti i passeri, gli storni, i fringuelli, le peppole di cui la regione Lombardia aveva disposto l’abbattimento in deroga alla Legge nazionale sulla caccia.
“L’ultima iniziativa del PM di Cremona, che dovrà essere confermata dal GIP tra una settimana, decreta che è resta allo Stato la facoltà di attivare autonomamente le deroghe alla legge nazionale e che le Regioni possono autorizzarle solo con un atto amministrativo e non in modo permanente con una legge come si stanno ‘affannando’ a fare alcune amministrazioni – spiega il WWF – Contro questa ‘corsa’ alle deroghe è necessario l’intervento dei magistrati anche per risolvere casi di vera e propria ‘anarchia venatoria’ come quella che abbiamo scoperto svolgersi in Toscana”.
Il WWF ha infatti inviato un esposto alla procura della Repubblica della Toscana in cui si chiede il sequestro preventivo dei Fringuelli, animali sui quali sono puntate le doppiette toscane fino al 10 novembre per colpa di una delibera regionale. In realtà la stessa delibera non è mai stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale regionale quindi non è assolutamente efficace e operativa: una situazione che pone in posizione fuorilegge tutti i cacciatori che in Toscana in questi giorni stanno sparando ai fringuelli perchè violano l’art. 18 della Legge Nazionale sulla caccia. L’abbattimento di specie protette è un reato, in questo caso assecondato da un incomprensibile ‘silenzio-assenso’ dell’amministrazione, contro cui è assolutamente necessario l’intervento dei magistrati.