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Animali: Sempre più Diffusa Una Malattia Mortale per il Cane e Fastidiosa per l'Uomo
LEISHMANIOSI è il nome di una malattia letale per il cane e assi fastidiosa per l’uomo, che dobbiamo imparare a conoscere e a temere e che, purtroppo, si fa sempre più notare nella zona della Maremma tosco-laziale ma anche in città come Roma. Per fortuna esiste una terapia specifica utilizzata per l'uomo e per il cane ma, mentre per l'uomo si ottiene la guarigione totale, la stessa cosa non vale per il cane. Questi trattamenti, che prevedono più di 20 iniezioni, dovranno durare per tutta la vita e sono necessari regolari controlli del siero e del sangue per controllare l'evoluzione.
Il flebotomo responsabile della trasmissione della patologia punge in genere gli animali e l’uomo la sera.
Dopo due o tre mesi dalla puntura si forma una lesione della pelle con un diametro massimo di un centimetro dalla forma di un vulcano con un cratere al suo centro. I problemi più evidenti si riscontrano dopo un anno dalla sua inoculazione, i sintomi si aggravano, sopravviene l'insufficienza renale, l'infiammazione articolare e il rigonfiamento delle ghiandole. Senza cure sopraggiunge la morte.
In teoria la contaminazione tra cane e uomo, ci dice il dottor Tino Gatta, un veterinario che opera nella zona Nord di Roma ed è studioso di questa patologia, è possibile, anche se in pratica è rarissima. L’importante è far seguire il cane dal proprio veterinario. Più facilmente possono essere contagiati i bambini e gli individui immunodepressi. Non esiste tuttora un vaccino efficace; il solo metodo efficace è impedire il contatto del flebotomo col cane Purtroppo: spray e collari antiparassitari sono poco efficaci perché l'insetto punge la punta del naso, troppo distante dal collare. I prodotti repulsivi possono essere efficaci ma devono essere usati frequentemente.
E' indispensabile un assiduo controllo veterinario: questa é l'unica arma, pensando soprattutto al fatto che in tutto il bacino mediterraneo un cane su quattro è contaminato e più del 10% sono clinicamente danneggiati. Il consiglio – aggiunge il dottor Gatta - che sicuramente va dato a tutti i possessori di cani è quello di eseguire controlli periodici a fine estate, inizio autunno. La leishmaniosi canina è diffusa in genere nelle zone al disotto dei 600 metri di altezza. Le percentuali dei cani infetti, in particolari zone, possono superare anche il 30% di quelli presenti nell'area.
Fino a pochi anni fa risultavano indenni tutte le regioni del Nord con segnalazione di casi solamente in cani che avevano soggiornato precedentemente in zone infette; purtroppo questo non è più vero. La diagnosi di leishmaniosi canina spesso appare problematica.
Pertanto una valida alternativa per la diagnosi specifica di leishmaniosi è l'esame sierologico, per il quale esistono in commercio numerosi kit diagnostici, che si basano su diverse reazioni antigene-anticorpo. Per far capire il problema diremo che a Monte Argentario su 171 cani ben 41 erano infetti con una percentuale del 23,97 per cento, pari a quella dei Paesi più depressi dell’area mediterranea.
Nella prima metà del secolo scorso la leishmaniosi dell'uomo mieteva, addirittura in Italia, centinaia di vittime ogni anno con gravi complicanze nella forma viscerale e dermatologica. Intorno alla fine degli anni Quaranta, in coincidenza con la campagna di bonifica ambientale mediante l'uso del DDT, si ebbe una drastica riduzione della malattia che si attestò su pochi casi l'anno. La situazione si è modificata profondamente negli ultimi anni, quando si è cominciato a registrare un lento se pur costante aumento di casi, anche se non di eccezionale gravità. di GIANCARLO CALZOLARI
Il flebotomo responsabile della trasmissione della patologia punge in genere gli animali e l’uomo la sera.
Dopo due o tre mesi dalla puntura si forma una lesione della pelle con un diametro massimo di un centimetro dalla forma di un vulcano con un cratere al suo centro. I problemi più evidenti si riscontrano dopo un anno dalla sua inoculazione, i sintomi si aggravano, sopravviene l'insufficienza renale, l'infiammazione articolare e il rigonfiamento delle ghiandole. Senza cure sopraggiunge la morte.
In teoria la contaminazione tra cane e uomo, ci dice il dottor Tino Gatta, un veterinario che opera nella zona Nord di Roma ed è studioso di questa patologia, è possibile, anche se in pratica è rarissima. L’importante è far seguire il cane dal proprio veterinario. Più facilmente possono essere contagiati i bambini e gli individui immunodepressi. Non esiste tuttora un vaccino efficace; il solo metodo efficace è impedire il contatto del flebotomo col cane Purtroppo: spray e collari antiparassitari sono poco efficaci perché l'insetto punge la punta del naso, troppo distante dal collare. I prodotti repulsivi possono essere efficaci ma devono essere usati frequentemente.
E' indispensabile un assiduo controllo veterinario: questa é l'unica arma, pensando soprattutto al fatto che in tutto il bacino mediterraneo un cane su quattro è contaminato e più del 10% sono clinicamente danneggiati. Il consiglio – aggiunge il dottor Gatta - che sicuramente va dato a tutti i possessori di cani è quello di eseguire controlli periodici a fine estate, inizio autunno. La leishmaniosi canina è diffusa in genere nelle zone al disotto dei 600 metri di altezza. Le percentuali dei cani infetti, in particolari zone, possono superare anche il 30% di quelli presenti nell'area.
Fino a pochi anni fa risultavano indenni tutte le regioni del Nord con segnalazione di casi solamente in cani che avevano soggiornato precedentemente in zone infette; purtroppo questo non è più vero. La diagnosi di leishmaniosi canina spesso appare problematica.
Pertanto una valida alternativa per la diagnosi specifica di leishmaniosi è l'esame sierologico, per il quale esistono in commercio numerosi kit diagnostici, che si basano su diverse reazioni antigene-anticorpo. Per far capire il problema diremo che a Monte Argentario su 171 cani ben 41 erano infetti con una percentuale del 23,97 per cento, pari a quella dei Paesi più depressi dell’area mediterranea.
Nella prima metà del secolo scorso la leishmaniosi dell'uomo mieteva, addirittura in Italia, centinaia di vittime ogni anno con gravi complicanze nella forma viscerale e dermatologica. Intorno alla fine degli anni Quaranta, in coincidenza con la campagna di bonifica ambientale mediante l'uso del DDT, si ebbe una drastica riduzione della malattia che si attestò su pochi casi l'anno. La situazione si è modificata profondamente negli ultimi anni, quando si è cominciato a registrare un lento se pur costante aumento di casi, anche se non di eccezionale gravità. di GIANCARLO CALZOLARI